Bollette energetiche, l'Italia cresce più dell'Europa. L'allarme di Confartigianato Veneto

Come in Italia in nessun altro paese dell’Unione Europea. Nel periodo compreso tra la prima metà del 2023 e la stessa parte del 2024, secondo i dati di Eurostat, i prezzi del gas per uso domestico, incluse le tasse, sono scesi in 15 dei 24 paesi dell’UE che comunicano i dati sui costi del gas. Tra i paesi dove si è registrato, invece, un aumento, l’incremento più significativo si è verificato in Italia (+16%), Francia (+13%) e Romania (+7%), mentre in Slovenia il prezzo è rimasto invariato. Si prevedono aumenti anche per le bollette elettriche nel primo trimestre del 2025: secondo l’aggiornamento di Arera i prezzi retail sono destinati a crescere del 18,2%.

Sul piano regionale, anche in Veneto crescono di pari passo i consumi di energia. Dai dati elaborati dal CAEM, il Consorzio Acquisti Energia e Multiutility, nel terzo trimestre del 2024, le imprese venete hanno registrato un incremento dei consumi di energia elettrica, variabile tra il +1,1% a Verona e il +0,1% a Venezia. I settori maggiormente influenzati registrano forti aumenti nei consumi di energia, con il Benessere che segna un +4,8% rispetto al terzo trimestre del 2023, seguito dalla Mobilità (+4,2%), che comprende carrozzieri, meccanici e trasporti, dal settore Casa (edilizia e impianti) con un +3,6%, dalla Comunicazione (+3%) e dall’Alimentazione (+1,5%). Al contrario, si osserva una riduzione per le imprese di Produzione (Concia, Plastica, Chimica, Meccanica ed Elettromeccanica) e Moda, che registrano un calo del 2%. Queste tendenze riflettono chiaramente quali settori stiano affrontando maggiori difficoltà: una diminuzione della produzione corrisponde a una riduzione dei consumi.

In merito a questa tematica, è intervenuto Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, che ha dichiarato: “Mi domando come facciamo ad essere competitivi sul mercato europeo con questi prezzi energetici. Non si tratta solo di un aggravio di costi per le imprese. L’aumento in bolletta incide anche sui bilanci familiari dei cittadini che, di conseguenza, rallentano i consumi e si vedono ridurre il loro potere d’acquisto e la spesa di beni non di prima necessità. Un effetto domino negativo sulla nostra economia e sul mercato interno, già pesantemente colpito dalle crisi di alcuni comparti manifatturieri come moda e meccanica. Credo ci sia qualcosa che sfugge sui costi e sugli oneri di sistema, mentre i segnali che ci arrivano dalle imprese sono di un crollo degli ordinativi che una volta persi, non si recuperano. Inoltre l’approvvigionamento italiano deriva per il 50% da centrali alimentate a gas, il cui prezzo è molto elevato rispetto alla Francia che utilizza il nucleare o, ad esempio, la Spagna che utilizza un mix di fonti energetiche. Ora il progetto di abilitare l’Italia alla produzione di nucleare “sostenibile” attraverso minireattori di nuova generazione è sicuramente positivo, anche per le sue ricadute nelle filiere, seppur con le dovute cautele, nell’ottica di un’autonomia di approvvigionamento e di prezzi, ma l’iter è ancora lungo, complesso e oneroso per le nostre imprese che chiedono misure più urgenti rispetto al 2030 prospettato”.

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