Imprese padovane: nel 2024 una crescita dello 0,8% trainata dai servizi
Un saldo fra iscrizioni e cessazioni dichiarate lievemente positivo – +0,8% a fine 2024 rispetto al 2023, pari a 732 sedi di impresa – con una crescita riconducibile in larga parte ai servizi e alle costruzioni, mentre per gli altri settori la tendenza è negativa. Questa la fotografia del territorio della Provincia di Padova restituita dall’elaborazione del Centro studi della Camera di Commercio di Padova sui dati Movimprese, l’analisi statistica condotta da Infocamere. Fra le quasi 93 mila sedi d’impresa iscritte al Registro imprese, il settore prevalente rimane quello del commercio con oltre 21mila sedi d’impresa registrate (il 22% del totale) e un 2024 che si chiude con una variazione negativa -0,5%. Risultati in flessione anche per l’industria che conta 10.700 sedi e anche in questo caso segna uno 0,5% in meno rispetto al 2023.
Note positive arrivano invece dall’insieme di settori che formano il comparto dei servizi, con una variazione percentuale del +2,6% e 35mila imprese iscritte nel territorio. Variazione al rialzo anche per le costruzioni, terzo settore per numero di imprese, che accumula una crescita del +1,6%. Per quanto riguarda la tipologia di imprese, si conferma la crescita delle società di capitale (+2,6%) a fronte di una diminuzione dello 0,4% delle società individuali, che restano comunque ancora la forma di impresa più diffusa (circa una su due).
«Questi nuovi dati, pur in linea con il trend regionale – spiega Antonio Santocono, Presidente della Camera di Commercio di Padova – certificano le difficoltà che stanno attraversando in particolare due comparti davvero cruciali nel nostro territorio come commercio e manifattura. Sulla manifattura, dove assistiamo anche a un fenomeno di consolidamento, ovvero a una diminuzione delle sedi che accorpano e aumentano gli addetti, pesa la crisi tedesca, primo partner commerciale del nostro territorio con un export che nel 2023 ha superato gli 1,8 miliardi, mentre dagli Stati Uniti si affaccia lo scenario di nuovi dazi. Per quanto riguarda il commercio, che in questi anni abbiamo sostenuto con bandi, progetti e risorse dedicate come lo stanziamento per l’animazione dei centri minori, a soffrire sono soprattutto i piccoli esercizi: minacciati ormai da anni dal cambiamento delle abitudini di consumo, fanno i conti anche con un problema di passaggio generazionale, perché spesso le attività chiudono con il pensionamento dei titolari che non trovano nuove figure disposte ad assumere la gestione».
Secondo Santocono «se in questo contesto la tenuta generale rilevata nel nostro territorio è già un miracolo e conferma la resilienza delle imprese padovane, i dati Movimprese rappresentano un nuovo “alert”». «La transizione digitale e green, cui per il 2025 abbiamo destinato 2,3 milioni in interventi per le imprese cui si sommano i 2,9 milioni destinati agli interventi per lo sviluppo e la competitività – è l’analisi del Presidente della Camera di Commercio – sconta anche i ritardi nell’attuazione del piano nazionale Transizione 5.0, in parte finalmente risolti con le modifiche introdotte nella legge di Bilancio 2025. Ma le risorse a favore delle imprese, pur necessarie, non sono sufficienti di fronte alle sfide che ci attendono. Lo scenario che ci aspetta nei prossimi mesi è molto incerto, a livello internazionale stiamo assistendo a forti scossoni che impongono all’Europa di cambiare passo e trovare un nuovo protagonismo».