Veneto, cambia il mercato immobiliare: aumentano i "single" e mancano gli incentivi green
Cambia il mercato immobiliare italiano, con nuove esigenze e standard abitativi richiesti dalla popolazione. Con le scadenze della normativa europea “Casa Green” sempre più vicina e delle trasformazioni in atto nelle dinamiche socio demografiche del paese, Confartigianato Imprese Veneto ha fatto un punto sulla situazione del comparto veneto, attraverso la ricerca commissionata a Nomisma.
I dati della ricerca
Nel 2023 il Veneto registra 4,9 milioni di abitanti, concentrati principalmente nelle province di Padova, Verona, Vicenza e Treviso. Negli ultimi dieci anni, il 67% dei Comuni, soprattutto quelli più piccoli, ha registrato un calo demografico, mentre le aree urbane medie hanno mantenuto stabilità. Entro il 2033, Belluno e Rovigo subiranno le perdite più significative di popolazione.
Sempre meno e sempre più anziani: oltre il 24% ha più di 65 anni, mentre i giovani rappresentano meno del 10%. Le persone sole, in costante aumento, superano le 650.000, mentre le coppie con figli continuano a diminuire, con un ulteriore calo previsto del 16% nei prossimi dieci anni.
Sul fronte economico, il 67% dei contribuenti ha un reddito medio-basso, e il 21,7% vive sotto la soglia di povertà. La maggior parte delle famiglie possiede una casa di proprietà, ma il settore edilizio è in calo, con una riduzione del 26% nei permessi di costruzione dal 2019 al 2023 e prezzi in lieve aumento in alcune province.
Mancano gli incentivi alla transizione green
La direttiva europea sulle Case Green impone adeguamenti significativi agli edifici residenziali, ma in Veneto la propensione dei proprietari a investire in efficientamento energetico dipende principalmente dalla disponibilità di incentivi fiscali, vista l’onerosità degli interventi. Secondo i dati di Nomisma, su 800 famiglie venete chi ha già effettuato lavori ha speso mediamente 32.000 euro, mentre chi è interessato ora sarebbe disposto a investire circa 24.000 euro. Tuttavia, il 64% delle famiglie ritiene che il proprio immobile necessiti solo di piccoli interventi di manutenzione ordinaria.
Le province più attive negli investimenti sono Vicenza, Treviso, Venezia e Padova, mentre Verona e Rovigo mostrano un interesse per futuri interventi. Belluno, invece, risulta più attendista. Parallelamente, le imprese edili, pur beneficiando dei bonus fiscali per rilanciare il settore, affrontano problemi come ritardi nei pagamenti, incertezza normativa, burocrazia e costi crescenti dei materiali.
Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, commenta: «Il dato che emerge dall’indagine di Nomisma è che il mercato immobiliare sta cambiando in funzione dei mutamenti socio-demografici al quale noi dobbiamo prestare molta attenzione. Il futuro dell’edilizia quindi non si gioca solo sulle normative europee, ma a nostro avviso su una programmazione sociale e urbanistica che tenga conto dei mutamenti demografici e socio-economici. I capoluoghi di provincia non hanno più spazi per ospitare residenti, ma la periferia e i Comuni più piccoli si stanno spopolando. È qui che la politica deve intervenire, riqualificandoli e dotandoli di infrastrutture e servizi che siano attrattivi per nuovi abitanti. Le case dovranno essere più piccole ma dotate di tutti i comfort, soprattutto per accogliere persone sole in centri urbani che non vengano privati di uffici postali, di bancomat e di piccoli supermercati, potenziando piste ciclabili, servizi di
trasporto pubblico e punti sanità. Inoltre cresce la domanda di locazione in affitto, ma manca l’offerta. In questo senso bisognerebbe trovare incentivi per adeguare a questo scopo case invendute».