Uliveti veneti: buona qualità, ma rese fra le più basse mai registrate

Si è conclusa con un bilancio amaro la campagna olearia 2024 in Veneto. Nonostante una buona quantità e qualità delle olive, favorita dall’assenza della mosca olearia, le rese in olio sono tra le più basse mai registrate, con una media del 10%, oscillante tra il 7% e l’11,5%. Questi numeri sono ben lontani dalle medie del 15% degli anni passati.

A rendere ancora più difficile la situazione per gli agricoltori è la sproporzione tra i costi di produzione, elevati per l’aumento delle spese di gestione, e gli introiti, insufficienti per garantire una redditività adeguata.

L’annata 2024 si aggiunge a una lunga serie di difficoltà per l’olivicoltura regionale. Nel 2023 le olive scarseggiavano, nel 2022 la siccità e la cascola hanno ridotto la produzione, mentre nel 2021 la produzione era stata quasi azzerata. Quest’anno, invece, il problema è stata la bassa resa in olio, dovuta al cambiamento climatico. Come spiega Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto, “Le piogge abbondanti di settembre hanno bloccato la maturazione delle olive, che hanno accumulato acqua anziché olio”.

Nonostante la difficoltà del settore, in Veneto la superficie coltivata a olivo continua a crescere, anche se lievemente. Secondo i dati 2023 di Veneto Agricoltura, l’olivicoltura copre 4.893 ettari, con un incremento dello 0,1% rispetto all’anno precedente. La maggior parte degli oliveti si concentra nel Veronese (72%), seguito da Vicenza, Treviso e Padova.

Per affrontare la crisi, Confagricoltura Veneto ha presentato un documento alla Regione Veneto, chiedendo interventi mirati per sostenere l’olivicoltura, soprattutto in aree chiave come i Colli Euganei, il Lago di Garda e la fascia pedemontana. Granata sottolinea l’importanza di preservare non solo la produzione, ma anche il valore paesaggistico e ambientale degli oliveti, fondamentali per il turismo.

Tra le iniziative in corso, vi è una collaborazione con le Università di Verona e Padova per sviluppare cultivar più resistenti ai cambiamenti climatici. Inoltre, la Regione Veneto ha avviato progetti a sostegno del settore, che Granata definisce “misure importanti”.

«Le rese quest’anno sono state attorno al 10% di media, oscillando dal 7 all’11,5%, ben lontane dalle medie del 15% di altri anni», spiega Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto e produttore di olio nei Colli Euganei. «Abbiamo pagato il frantoio in proporzione alle buone quantità di olive raccolte, ma abbiamo portato a casa poco olio. La sproporzione tra costi di produzione e introiti ci consentirà solo di coprire i costi di gestione».

Prosegue Granata: «Non è una situazione solo veneta, ma nazionale. Se non si esce da questo buco nero, sarà difficile che i produttori continuino a investire. A fronte di risultati deludenti, dobbiamo affrontare costi crescenti in tutte le fasi produttive. Per questo abbiamo chiesto interventi alla Regione Veneto, che già ci sta offrendo ascolto e supporto, promuovendo documenti importanti a tutela del settore».

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