Chiusura Fondaco dei Tedeschi, avviato il tavolo di crisi regionale
Avviato il primo tavolo tecnico per la risoluzione del caso “Fondaco dei Tedeschi“, lo store del lusso affacciato sul Canal Grande, a Venezia. L’incontro, coordinato dell’assessore al Lavoro Valeria Mantovan, assistita dall’Unità di crisi di Veneto Lavoro e della Direzione lavoro regionale, ha visto la partecipazione dell’azienda DFS Italia, che gestisce lo store, e delle organizzazioni sindacali Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL.
A sollecitare l’intervento della Regione e dei sindacati è soprattutto il futuro dei dipendenti del Fondaco, quasi 340 persone che rischiano il licenziamento entro il primo semestre del 2025. Durante il primo incontro, al tavolo si è discusso della necessità di garantire un futuro imprenditoriale al centro commerciale, sviluppando un modello di business che risponda al mercato del lusso e ai flussi turistici veneziani. Si prevede di coinvolgere i decisori del gruppo DFS, LVMH, la società proprietaria dell’immobile e il Comune di Venezia. Sul fronte occupazionale, si punta a evitare ricollocazioni, ma in caso di necessità, si prevede l’utilizzo degli strumenti regionali di supporto.
Un annuncio inaspettato da parte dell’azienda a gestione dell’immobile, divisione italiana del gruppo Lvmh, società francese con sede a Hong Kong. Il 14 novembre 2024 infatti veniva dichiarata la chiusura dello stabile coincidente con la scadenza del contratto di locazione a settembre 2025, imputabile ad un buco da 100 milioni di euro in seguito alla crisi post-covid.
L’assessore Mantovan ha dichiarato: «L’incontro odierno ha avuto una natura tecnica e l’obiettivo di comprendere le motivazioni alla base dell’annunciata cessazione dell’attività del celebre grande magazzino del lusso veneziano. Una decisione che proviene da lontano. DFS Italia fa parte di un gruppo con sede a Hong Kong che, dopo aver coperto le ingenti perdite post covid per lo store veneziano e dopo un 2023 in netta ripresa con vendite quasi raddoppiate rispetto all’anno precedente, ha considerato come decisivo il nuovo calo del 2024. Il problema occupazionale riguarda oggi i 226 lavoratori diretti di DFS Italia, oltre ad altri 113 di società che operano nell’attività complessiva. L’eventuale ricollocazione del personale, peraltro dotato di competenze professionali di elevato profilo, potrà essere supportata con le misure regionali disponibili, ma auspico che tale azione non si riveli necessaria al termine del percorso».