Caro vita: in Veneto le spese obbligate pesano per il 55% del budget familiare
Le famiglie italiane continuano a fare i conti con spese obbligate che assorbono oltre la metà del budget mensile. Nel 2023, il 56% della spesa totale, pari a 1.191 euro su una media complessiva di 2.128 euro, è stato destinato a cibo, bollette e carburante. Una situazione che riflette l’impatto dell’inflazione e l’erosione del potere d’acquisto, lasciando sempre meno spazio ai consumi discrezionali. In Veneto, i numeri mostrano un quadro meno grave rispetto al Sud, ma la pressione resta alta, influenzando anche le prospettive per le spese natalizie. Sono questi i dati presentati dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre.
Veneto: equilibrio fragile tra reddito e spese
In Veneto, la spesa complessiva media per famiglia si colloca sopra la media nazionale, grazie a un reddito pro capite generalmente più elevato. Tuttavia, anche qui le spese obbligate pesano: circa il 55% del budget è destinato ai beni essenziali, un dato in linea con il resto del Nord. I costi più alti per cibo e bollette sono concentrati nelle città maggiori, come Venezia e Verona, dove l’impatto del caro vita si fa sentire con forza.
Le famiglie venete, sebbene meno colpite rispetto al Sud, non sono immuni dal fenomeno della contrazione dei consumi discrezionali. Molti nuclei si trovano a dover rinunciare a spese per svago, cultura e istruzione per far fronte agli aumenti di beni primari. Questo trend preoccupa soprattutto le piccole imprese artigiane e i commercianti locali, che dipendono fortemente dai consumi delle famiglie.
Acquisti di Natale in calo: un miliardo in meno rispetto al 2023
Le previsioni per il Natale 2024 non lasciano spazio all’ottimismo: la spesa per i regali potrebbe scendere a 10 miliardi di euro, contro gli 11 miliardi dello scorso anno. A pesare è la crescente incidenza delle spese obbligate, ma anche l’abitudine, sempre più diffusa, di sfruttare il Black Friday per anticipare gli acquisti a novembre.
Al Sud, dove quasi il 60% del budget familiare è destinato alle spese essenziali, la situazione è particolarmente critica. Tuttavia, anche nel Nord-Est, le famiglie stanno adottando strategie per fronteggiare il caro vita, riducendo le uscite non indispensabili.
Una crisi che colpisce tutti, ma non allo stesso modo
L’analisi dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre mette in luce come il problema non riguardi solo le famiglie, ma si ripercuota sull’intero tessuto economico, con un impatto diretto su artigiani e commercianti. La contrazione dei consumi, in particolare nelle aree più vulnerabili, rischia di aggravare la crisi di tante realtà locali, pilastri delle economie territoriali.
In Veneto, le piccole imprese cercano di reagire puntando sulla qualità e sul valore del prodotto locale, ma è evidente che una ripresa solida e duratura richieda misure strutturali per rilanciare i consumi e ridurre il peso delle spese obbligate sulle famiglie.