Superbonus, in Veneto i dati non convincono: ai primi posti per le richieste, ma agli ultimi per volumi di spesa
Dati contrastanti per il ricorso al Superbonus nella Regione Veneto, l’incentivo destinato alla riqualificazione energetica e antisismica degli edifici. Nonostante il primato regionale relativo alle richieste dell’incentivo presentata a ENEA (Agenzia Nazionale Efficienza Energetica, ad accoglimento delle domande del bonus 110%) di 59.652, la Regione è agli ultimi posti per quanto riguarda la spesa sostenuta dallo Stato per gli interventi effettuati, ferma a 194.913 euro. Con un costo medio nazionale di 247.800 euro, il Veneto al diciottesimo posto chiude la graduatoria sopra alla Sardegna (187.440 euro) e alla Toscana (182.919 euro).
Sono questi i dati ENEA e Istat rielaborati dall’Ufficio Studi CGIA di Mestre, che ha stilato due classifiche relative alle richieste presentate dalle regioni italiane e dai relativi oneri a carico dello Stato. A livello nazionale, presentate quasi 500 mila domande per un volume di spesa pari a 123 miliardi di euro, erogati dallo Stato. Solo il 4,1% degli edifici però ha effettivamente beneficiato della misura. Oltre a questo, l’incentivo ha maggiormente favorito i proprietari con redditi elevati, piuttosto che le famiglie meno abbienti, che spesso vivono in abitazioni a scarsa efficienza energetica.
Nonostante i sostenitori del Superbonus sottolineino i benefici economici come l’aumento dell’occupazione e del PIL, i risultati ambientali sono considerati modesti. Secondo le dichiarazioni della Banca d’Italia, si stima che i benefici apportati dagli interventi in termini di riduzione delle emissioni compenserebbero i costi nell’arco di quarant’anni.
Inoltre, si osserva che con la stessa cifra si sarebbero potuti costruire 1,2 milioni di nuovi alloggi pubblici, affrontando così le necessità abitative di molti cittadini.