Allarme kiwi in Veneto, calano le superfici coltivate

Le superfici destinate alla coltivazione del kiwi in Veneto continuano a ridursi. Nel 2023 si è registrato un calo del 7%: da 2.950 ettari si è scesi a 2.726. La causa principale è la moria delle piante, un problema che da anni affligge il territorio e che anche lo scorso anno ha compromesso fortemente la produzione. Per questo motivo, il Ministero dell’Agricoltura ha recentemente approvato un decreto a sostegno delle imprese agricole che hanno subito perdite superiori al 30% nelle coltivazioni di kiwi nel corso del 2023.

Secondo i dati di Veneto Agricoltura, la provincia di Verona concentra il 76% degli impianti di actinidia, seguita da Treviso e Rovigo. La produzione di kiwi raccolta in Veneto nel 2023 è stata di 30.664 tonnellate, segnando un calo del 41,8% rispetto al 2022, ben al di sotto degli standard produttivi tipici della regione.

Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto, commenta: «Siamo alle porte della raccolta dei kiwi, che inizierà intorno al 25 ottobre, per poi entrare nel vivo nella prima settimana di novembre. La qualità quest’anno è buona, perché, grazie alle abbondanti precipitazioni, i frutti presentano un ottima pezzatura e un’elevata qualità. Questo fa sì che, anche dal punto di vista del mercato, l’interesse ci sia, con richieste da parte dei commercianti e prezzi che si profilano molto buoni, in linea con le passate stagioni, sia per il kiwi verde, che per il giallo e il rosso, che è un prodotto di nicchia. Il problema della provincia veronese, come per tutto il Veneto, è dal punto di vista produttivo, perché tra moria delle piante e batteriosi risulta sempre più difficile fare quantità. A questo dobbiamo aggiungere le gelate primaverili, sempre più frequenti, che anche quest’anno hanno causato danni. Le rese si stanno sempre più abbassando, ed è probabilmente questo il motivo per cui molti agricoltori decidono di espiantare. Difficile anche prendersi il rischio di fare nuovi impianti, che sono molto costosi in quanto necessitano di rete antigrandine e di sistemi di irrigazione a goccia, se non c’è la certezza che le piante sopravvivono. Purtroppo gli studi sulla moria del kiwi effettuati in questi anni non hanno portato a soluzioni. È certo che il clima della Pianura Padana non aiuta. I problemi, infatti, sembrano meno presenti in aree come il Sud Italia o la Grecia, forse grazie al clima più secco».

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