Veneto: boom occupazionale nel 2023, la regione supera la media europea
Crescono i dati sull’occupazione per il Veneto nel 2023, segnando un record per la fascia di occupati 20-64 anni arrivati al 75,7%, tre punti percentuali in più rispetto al 2022 e al di sopra del tasso europeo registrato nello stesso anno (74,6%), in Italia fermo al 68,3%. Ottime prospettive per il raggiungimento dello standard europeo fissato all’80% entro il 2030.
Sono questi i dati pubblicati dall’Ufficio Statistica della Regione Veneto, elaborazione dei dati ISTAT per i livelli occupazionali del 2023. Cresce il numero degli occupati superando i livelli pre-pandemia, con un calo del 10% degli inattivi rispetto al 2022 e un tasso che arriva al 26,4% (la media nazionale è del 33,3%). I disoccupati sono circa 98.000. Crescono i contratti a tempo indeterminato (+8%), mentre calano quelli a tempo determinato (-8%). Anche la condizione dei giovani migliora, con un calo del 20% dei NEET (10,5% contro il 13,1% del 2022).
Il mercato del lavoro veneto sta affrontando sfide legate all’invecchiamento della popolazione, con il 61,6% dei 55-64enni occupati, in forte crescita rispetto al passato. Il divario di genere si è ridotto, ma il tasso di occupazione femminile resta pari all’80,5% di quello maschile. Anche lo squilibrio generazionale è evidente: nel 2022, il 39% degli occupati aveva più di 50 anni e solo il 15% meno di 30. Un problema persistente è il sottoinquadramento, con il 17,9% dei giovani occupati in ruoli inferiori alla loro qualifica.
La presenza delle donne nel mercato del lavoro è fortemente legata al livello di istruzione: più alto è il titolo di studio, maggiore è il tasso di occupazione e minore è il gap di genere. In uno scenario di parità con gli uomini, il Veneto potrebbe contare su 1.150.000 lavoratrici rispetto alle attuali 910.600, liberando un potenziale di 239.000 occupate in più. Questo incremento potrebbe generare un valore aggiunto di 16,6 miliardi di euro (+10%). Tale ipotesi sottolinea l’importanza della componente femminile nel lavoro, soprattutto alla luce del calo demografico e della diminuzione dei giovani, che potrebbero influenzare negativamente il futuro del mercato.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia commenta: «In Veneto ogni occupato vale circa 69mila euro dunque, considerando che i lavoratori veneti sono oltre 1,5 milioni, possiamo stimare che il valore aggiunto complessivo sia di oltre 103,5 miliardi di euro. Una cifra che ben rappresenta la ricchezza prodotta dall’attività economica dei lavoratori veneti in un anno. E a fronte di questo dato, l’aspetto più rilevante è che anche grazie a un tessuto imprenditoriale, artigianale e industriale lungimirante, il modello occupazionale veneto ha registrato una continua crescita occupazionale accompagnato da una maggiore stabilità lavorativa. Per quanto il Veneto sia una regione leader per livelli occupazionali e offra molte chance, il tasso di occupazione femminile oggi è all’80,5 per cento rispetto a quello maschile e la presenza sul mercato del lavoro è strettamente connessa con il percorso formativo: più alto è il titolo di studio raggiunto, più alto è il tasso di occupazione e minore il gap di genere. Per questa ragione è importante sostenere la formazione e i percorsi di crescita professionali delle nuove generazioni: un significativo capitale umano che inciderà in modo decisivo sul mercato del lavoro del prossimo futuro».