Riso veneto, dati positivi per la raccolta: si soffre solo nel Delta del Po
Avviata la raccolta del riso per gli agricoltori veneti: per quest’anno previsti buoni volumi produttivi e prezzi di vendita che attualmente sembrano coprire i costi sostenuti, rimasti alti come nel 2023. Tra le province più proficue per la coltura del riso in testa Verona e Rovigo, mentre soffrono le regioni del Delta del Po, la cui varietà coltivata ha subito importanti danni a causa del maltempo.
Secondo i dati di Veneto Agricoltura nel 2023 la superficie coltivata di riso è aumentata leggermente, registrando un +0,8%, per 3.050 ettari complessivi. Riguardo alla distribuzione territoriale, il 90% degli investimenti è a Verona (2.180 ettari, +3,9%) e Rovigo (550 ettari, -8,3%). Si stima inoltre un volume di produzione di 15.900 tonnellate, +12,6% rispetto al 2022. Per quanto riguarda il mercato, i prezzi del risone sono stati altalenanti, ma in media si sono mantenuti superiori a quelli del 2022 per tutto il primo semestre (+23%).
Riguardo alle varietà, cominciate le raccolte del Vialone Nano nel Veronese, mentre per le altre tipologie si dovrà attendere fino a ottobre. Il maltempo primaverile, infatti, ha portato ad una semina tardiva per molti agricoltori, allungando i tempi di maturazione e spostando la raccolta addirittura a novembre per le varietà tardive. Male invece per le aziende di seminativi tra Porto Tolle, Taglio di Po e Porto Viro: flagellate da forti grandinate e vento, per alcune zone sono state registrate perdite del 50% dei raccolti.
Filippo Sussi, presidente dei risicoltori di Confagricoltura Veneto, commenta: «Le semine sono state ritardate a maggio a causa delle piogge primaverili, Chi non ha fatto in tempo, ha posticipato l’operazione a giugno, che sarebbe un po’ troppo oltre il termine. La conseguenza è che molti risi non sono ancora pronti per la raccolta. Per quanto riguarda i primi seminati, la qualità sembra ottima e le quantità dovrebbero essere nella media. Discorso diverso per le semine ritardatarie, perché se con l’autunno il tempo inizierà a guastarsi la raccolta potrebbe diventare più difficoltosa, soprattutto se, in maniera eccezionale, dovesse andare avanti in novembre. Il riso potrebbe essere meno produttivo e, in parte, potrebbe rimanere nei campi».