Caldo estremo: nel bellunese cala la produzione di latte
A Belluno, Confagricoltura stima una riduzione che va dal 10% al 15% dei volumi produttivi di latte, a causa dello stress di calore a cui sono sottoposte ormai da mesi le vacche. L’estate 2024 conferma quello che ormai da anni ha portato ad un aumento considerevole delle temperature, con picchi estremi nel periodo estivo. Se le alte temperature mettono in difficoltà persone e particolarmente i lavoratori, a farne le spese sono anche gli animali da allevamento. Nemmeno gli impianti di ventilazione sembrano essere sufficienti per contrastare il grande caldo, che danneggia la produzione degli allevamenti nel Bellunese.
In controtendenza, le colture del territorio beneficiano del clima sereno di questa stagione, che ha portato ad una produzione di foraggio di buona qualità e di un recupero del mais, che dopo la pessima partenza di maggio sembrava presagire perdite di produzione e raddoppio dei costi.
Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno, commenta:
«Stiamo registrando un calo del latte dal 10 al 15 per cento. Il problema è il caldo prolungato, molto umido, che sta andando avanti senza interruzioni da luglio. Fino a quattro o cinque giorni gli animali sopportano i picchi di calore, ma le condizioni troppo alte e umide che si protraggono nel tempo possono influire sulle loro funzioni fisiologiche. Le previsioni danno caldo anche per la prossima settimana, ma speriamo in qualche pioggia che porti un po’ di refrigerio ai bovini, oltre che agli esseri umani. La nota positiva è che, con minore produzione, il prezzo del latte sta salendo, considerando che alcuni contratti sono stati conclusi a 54-56 centesimi al litro. Di conseguenza i listini dei formaggi dovrebbero risentirne in positivo, sulla spinta anche dell’export che nei primi mesi dell’anno ha registrato un forte aumento. Ci preoccupa, però, la guerra dei dazi tra l’Unione europea e la Cina, che potrebbe vedere colpiti per l’ennesima volta i nostri prodotti agroalimentari».