Agricoltura, in Veneto l'estate limita i danni del maltempo primaverile: perdite del 10% per il pomodoro

Buone prospettive per la stagione del pomodoro da industria per gli agricoltori veneti, che hanno recuperato il gap primaverile riducendo i danni. Secondo le stime di Confagricoltura, le perdite di prodotto a causa del maltempo saranno limitate, fermandosi al 10% del totale del raccolto in Veneto. Poco incoraggiante l’inizio della stagione dopo i mesi di aprile e maggio, in cui le forti piogge avevano causato problemi di asfissia e fitopatie alle colture. L’estate, invece, grazie ai mesi caldi e asciutti del 2024, ha permesso di recuperare terreno, favorendo una buona maturazione del prodotto.

Tra le province venete, a primeggiare per i volumi di produzione è Verona, che nel 2023 conferma la propria leadership con 1.130 ettari di terreno coltivato, seguita da Rovigo (465 ettari) e Venezia (145 ettari). In Veneto sono 1.810 gli ettari totali destinati al pomodoro, complice l’alto livello di produttività del frutto. Per ciascun ettaro infatti, il volume di produzione si aggira intorno agli 800 quintali. La maggior parte dei produttori veneti è associata alle Op, organizzazioni di produttori e alle cooperative, sia venete che dell’Emilia Romagna, che è la prima regione in Italia per la produzione del pomodoro da industria.

Attualmente, la difficoltà più importante riscontrata dai produttori riguarda il mancato accordo con l’industria in merito al prezzo di acquisto dei pomodori. Nel Nord Italia, in primavera la prima offerta avanzata fissava il prezzo del prodotto a  125 € per tonnellata, 25 € in meno rispetto al 2023. Dopo questa proposta, tuttavia, non c’è più stato nessun accordo in merito al prezzo, con la preoccupazione degli agricoltori che per la prima volta si ritrovano senza un contratto che delinea i margini di prezzo applicabili. Per il momento, quindi, il valore della merce rimane soggetto all’acquirente, alle partite di merce e al mercato, con un tasso di variazione molto alto.

Camillo Brena, presidente della sezione Pomodoro da industria e orticole di Confagricoltura Veneto, commenta: «In generale registriamo un calo di produzione del 10 per cento, dovuto a problemi causati soprattutto dalle bombe d’acqua primaverili, che hanno riguardato in particolar modo il Basso Veronese. Lì, a macchia di leopardo, i pomodori precoci sono andati in asfissia e non sono più riusciti a riprendersi, anche a causa degli attacchi di peronospora, che erano stati assenti nel 2023. Meglio è andata in Polesine, dove nella parte di territorio a Sud è piovuto con minore intensità. In giugno tanti hanno ripiantato e il pomodoro, grazie al meteo favorevole, è maturato bene, nonostante qualche attacco di Alternaria, dal quale però ci siamo difesi senza patemi d’animo. In linea di massima la qualità è buona e al momento la stagione è soddisfacente. Ci auguriamo che si continui a raccogliere fino a fine settembre, dato che il caldo si protrae sempre più a lungo».

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