Vendemmia 2024: Triveneto in controtendenza, crescita del 5%

Italia spaccata in due per la vendemmia 2024, con abbondanti piogge al nord e grandi periodi di siccità al sud. Nel 50° focus di Regione del Veneto e Veneto Agricoltura sulle previsioni vendemmiali, l’annata 2024 nel Triveneto è stata segnata da frequenti piogge e difficoltà legate a malattie fungine, ma la qualità delle uve è comunque buona. La produzione è stabile o in leggero aumento, grazie anche alla minore incidenza di grandinate e all’entrata in produzione di nuove vigne. La vendemmia è iniziata con 3-5 giorni di anticipo rispetto al solito, con la raccolta di Pinot e Chardonnay già in corso e altre varietà, come il Glera (per il Prosecco) e il Merlot, a seguire.

A differenza delle regioni del Sud Italia, dove le alte temperature, la scarsità di piogge e i lunghi periodi di siccità hanno causato stress idrico alle colture, l’annata vitivinicola nel Nord Italia è stata caratterizzata soprattutto dalle frequenti precipitazioni primaverili. Queste piogge abbondanti hanno contribuito allo sviluppo di malattie fungine, rappresentando una sfida significativa per i viticoltori del Nord.

Nel Veneto, la produzione di uva per il 2024 è stimata tra 13,3 e 14,2 milioni di quintali, con una variazione del +/-5% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato favorito dall’ingrossamento degli acini e dall’entrata in produzione di nuove superfici vitate, nonostante una ridotta allegagione. Nella provincia di Belluno, la produzione dovrebbe rimanere stabile, con un leggero aumento del 2-3%, eccetto nelle aree colpite da grandinate. A Padova e Rovigo, ci si attende una crescita del 5-10% per le varietà Glera, Pinot e Chardonnay, mentre il Moscato e il Raboso dovrebbero subire un calo, con il Merlot che invece si prevede stabile.

Nella provincia di Treviso, l’entrata in produzione di nuovi impianti porterà a un significativo aumento del 20% nella produzione di Glera, mentre per i vitigni a bacca rossa si prevede una lieve riduzione e un calo più marcato per alcune varietà a bacca bianca. A Venezia, grazie a condizioni climatiche più favorevoli rispetto all’anno scorso e a miglioramenti nelle pratiche agronomiche, si prevede un aumento del 3-5% per le principali varietà, con un incremento del 10% per la Glera, mentre la produzione di Chardonnay dovrebbe rimanere stabile. In provincia di Vicenza, le condizioni climatiche meno favorevoli porteranno a una riduzione del 10-15% nella produzione delle principali varietà, con un calo più consistente per il Pinot Grigio. A Verona, gli sbalzi termici e le piogge primaverili hanno compromesso la produzione comportando cali produttivi che oscilleranno tra il -10% e il -20%. Questo importante calo interessa soprattutto le uve a bacca bianca, mentre le uve a bacca rossa dovrebbero mantenere una produzione stabile.

Nel Nord Est, le province autonome di Trento e Bolzano prevedono una riduzione della produzione del 10-15% a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli e di una minore allegagione, mentre in Friuli-Venezia Giulia la produzione è attesa in crescita del 10% grazie alla minore incidenza di grandinate rispetto al 2023.

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