La manodopera non si trova, in Veneto perdite per 1,5 miliardi
Difficoltà nel reperimento della manodopera in Veneto, con perdite nel 2023 dal valore complessivo di 1 miliardo e 432 milioni di euro. Questo è il dato più significativo delle indagini del Sistema Informativo Excelsior elaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, che hanno analizzato la problematica della perdita di valore da parte delle aziende a causa dell’insufficienza della forza lavoro.
I dati evidenziano una realtà preoccupante: nel solo mese di luglio, su 43.770 assunzioni previste, di cui 26.040 nelle micro e medie imprese, 23.329 lavoratori sono stati classificati come difficili da reperire. Un fenomeno che coinvolge anche il Veneto, una delle regioni più produttive e trainanti del paese, causando non poche problematiche per le aziende. Nel solo mese di luglio, in Veneto, il 53,3% delle nuove assunzioni previste non si è concretizzato a causa della difficoltà di reperimento, un dato ben superiore rispetto alla media nazionale del 48,4%.
Nel 2023, le previsioni di assunzione a livello regionale sono state di 526.610 unità, ma di queste, ben 262.100 lavoratori si sono rivelati difficili da trovare, una cifra che rappresenta il 49,8% del totale. Per le micro e piccole imprese, la situazione è ancora più difficile: su una domanda di 313.950 lavoratori, ne sono mancati all’appello 164.240, pari al 52,3%. Questo divario tra domanda e offerta, noto come “mismatch”, ha avuto un impatto economico significativo, con una perdita di 13,2 miliardi di euro di valore aggiunto a livello nazionale, causato dall’eccessivo ritardo nell’assunzione di nuovo personale.
«Crediamo sia arrivato il momento di metterci tutti attorno ad un tavolo e discutere di questo», avverte Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto. «L’analisi del mismatch va affrontata sotto vari aspetti. Dobbiamo agire in fretta, condividendo una strategia regionale con le istituzioni, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, mondo dell’istruzione e della formazione, che consenta di poter avviare una nuova stagione politica. È il momento di programmare politiche adeguate e incisive che investano il settore economico e sociale e che siano concertate e condivise con tutti i soggetti interessati, pubblici e privati».