Aziende, l'83% non riesce a trovare le figure professionali che cerca

Fòrema ha recentemente presentato un’indagine dedicata al mondo del lavoro, focalizzata sulla ricerca di competenze e personale per lo sviluppo del sistema industriale veneto. Nei primi mesi dell’anno, 224 aziende hanno partecipato alla survey, descrivendo i loro fabbisogni di competenze e figure professionali.

La domanda chiave posta agli imprenditori riguardava l’inserimento di nuovo personale nei prossimi sei mesi. L’84% del panel (188 aziende) ha dichiarato un esplicito fabbisogno di nuovo personale, immediato o nei prossimi sei mesi, in linea con quanto rilevato a fine 2022.

Tuttavia, l’assunzione di nuovo personale non sarà facile. L’83% delle aziende ha dichiarato di riscontrare difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie. La domanda di profili professionali si concentra principalmente nell’ambito della produzione: quasi la metà (46%) delle aziende ricerca personale specializzato per i propri processi produttivi. Questo dato cresce ulteriormente considerando l’intero ambito operations (71%). Inoltre, quasi il 54% delle aziende individua la causa principale delle difficoltà di reclutamento nella mancanza di personale disponibile sul mercato del lavoro.

Nella manifattura, il fabbisogno di personale si concentra principalmente nell’ambito operations (produzione, acquisti e logistica), che rappresenta il 44% del fabbisogno totale di personale e interessa la quasi totalità delle imprese alla ricerca di nuovi collaboratori. La ricerca di figure professionali per l’ufficio tecnico e l’R&D mostra il trend di crescita più accentuato: il 26% dei posti vacanti si concentra su questi ruoli dedicati all’innovazione del prodotto e dei processi aziendali, attività che riguarda il 57% delle imprese coinvolte nel sondaggio.

I profili professionali più richiesti sono il progettista tecnico (18% del totale, ricercato dal 27% delle aziende intervistate), l’addetto commerciale (13% e 19%), e l’operatore CNC (10% e 14%). La maggioranza delle nuove assunzioni è determinata dai processi di sostituzione del personale in uscita dall’azienda, per raggiunti limiti di età e per la volatilità del mercato del lavoro; al secondo posto, la crescita quantitativa delle attività e l’aumento delle commesse.

Gli imprenditori investono sulla leva dei vantaggi contrattuali e degli incentivi economici, sotto forma di retribuzione differenziale, benefit e stabilità lavorativa nel tempo, privilegiando l’esperienza diretta sul campo (51%) come ambito privilegiato di apprendimento delle competenze tecniche, seguito dalla partecipazione a percorsi formativi specialistici (37%). PhD, formazione post lauream e formazione continua di breve durata registrano punteggi di rilevanza più bassi (rispettivamente il 19% e il 16%).

“Siamo di fronte ad un’economia knowledge intensive”, dichiara Roberto Baldo, direttore del centro studi di Fòrema. “Il 24% del panel afferma di non riuscire a trovare le giuste competenze o la giusta esperienza nel personale disponibile per l’inserimento in azienda e solo il 5% attribuisce il fenomeno alla scarsa attrattività della propria organizzazione, dato in calo considerato che era il 17% nel 2022. Questo è un dato ovviamente relativo al mondo del manifatturiero, ma è interessante e in controtendenza in un mercato del lavoro dove si parla solo di skill tecnologiche e di Intelligenza artificiale. Siamo abituati da anni al fenomeno dello skill shortage, ossia la carenza di competenze professionali necessarie allo sviluppo industriale; ora si aggiunge il people shortage, la mancanza di personale a tutti i livelli organizzativi, accentuata dal trend demografico e dalla fuoriuscita di talenti dal nostro territorio”

 

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