Belluno: servono lavoratori ma non ci sono alloggi

A Belluno c’è la necessità di attrarre manodopera ma l’offerta di alloggi risulta estremamente limitata, nonostante le numerose abitazioni sfitte: un paradigma che la Regione vuole cercare di affrontare con progetti e nuove prassi condivise con gli attori del territorio.

Durante un workshop, organizzato dall’Unità di crisi aziendali regionale e dalla Provincia, sono stati presentati dati sulle dinamiche demografiche che evidenziano un calo tendenziale della popolazione del 5,3% nella provincia di Belluno rispetto al -1% del Veneto. Inoltre, la ricerca di Veneto Lavoro ha evidenziato che nel Bellunese il 48,2% delle abitazioni non è occupato, con punte del 64,3% nell’alto bellunese. Questi dati, combinati con le difficoltà nel reperimento di lavoratori, delineano le dimensioni del problema: su 100 figure professionali ricercate, 57 non si reperiscono e devono essere attratte da altri territori. La situazione è differenziata per profilo professionale ad esempio non risulta reperibile sul territorio il 50% dei lavoratori edili, il 67% degli operai specializzati e alte percentuali di operatori socio sanitari.

Il confronto ha messo in luce le criticità legate alla scarsità di manodopera per le aziende private e gli enti pubblici, le cui offerte di lavoro spesso evidenziano le difficoltà connesse al reperimento di un alloggio. Molte abitazioni potenzialmente disponibili risultano inutilizzabili perché mantenute sfitte o destinate ad affitti temporanei, un fenomeno in contrasto con le richieste di chi vorrebbe investire nel territorio, trovando alloggio.

I relatori del convegno hanno presentato progetti in essere, buone prassi e strumenti attivabili per affrontare queste criticità, con un approccio dal basso che potrebbe definire il modello della programmazione regionale per risolvere la sfida della carenza di alloggi e attrarre nuova manodopera nei territori veneti.

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