Santa Maria di Sala, Nara Camicie: dopo la chiusura, ecco l'accordo per ricollocare gli ex-dipendenti

Sono passati quasi tre anni dall’acquisizione da parte di Fenicia (controllante di Camicissima) di Nara Camicie, l’azienda di Santa Maria di Sala (VE) leader nella produzione e distribuzione di camiceria femminile di proprietà di Passaggio Obbligato. La firma dell’accordo risale a giugno 2021 ma la trattativa per l’acquisizione è stata avviata nella primavera 2020, in piena pandemia.

La doccia fredda per Nara Camicie arriva solo lo scorso gennaio, quando Fenicia annuncia la chiusura dello stabilimento di via Noalese a Santa Maria di Sala, che conta 20 dipendenti. Lo stabilimento della società “Passaggio Obbligato” ha deciso infatti di chiudere l’unità produttiva, lasciando a casa tutti i dipendenti (tra questi 2 persone delle liste protette e un guardiano che risiede nella palazzina che verrebbe dismessa). Decisione stabilita a tre anni dall’acquisizione perché, come dichiarato, non ha ottenuto i risultati di mercato sperati e il sito presenta una struttura di costi ritenuta non sostenibile. La notizia arriva dai sindacati Filctem, Femca, Uiltec, Filcams, Fisascat e UilTucs.

La rivolta dei dipendenti non si è fatta attendere e lo scorso 6 febbraio hanno sfilato a Mestre marciando anche in via Ca’ Marcello dove sono stati ricevuti nella sede di Veneto Lavoro, con cartelli e striscioni. «Ci spiegavano che avrebbero cercato di rilevare dei punti vendita nel territorio e che la loro volontà era quella di mantenere il sito produttivo, ma a distanza di pochi anni i loro progetti non si sono mai concretizzati fino ad arrivare alla drammatica comunicazione di chiusura dello stabilimento», spiegano. Rivolgendosi alla Regione chiedevano di non perdere il lavoro né tantomeno l’unità produttiva del territorio (lo stesso che ha già rischiato con la vicenda di Speedline di Tabina).

Dopo le proteste un ripensamento c’è stato. Non sulla chiusura della fabbrica, ma sul futuro dei dipendenti: i 20 addetti (12 donne, 8 uomini) non verranno licenziati in tronco, bensì verrà chiesta la cassa integrazione straordinaria per cessata attività. A gennaio la società del gruppo Fenicia aveva anche ipotizzando il passaggio di tutti i dipendenti nel proprio impianto di Milano (in una sede a 250 chilometri da quella attuale). Proposta rispedita al mittente dai sindacati, che invece avevano chiesto l’applicazione degli ammortizzatori sociali.

Arriva in queste ore la notizia dell’accordo siglato tra le parti riferito ai lavoratori dello stabilimento. L’incontro, richiesto dalle parti, è stato convocato dall’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan e coordinato da Giuliano Bascetta dell’Unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro. Vi hanno preso parte la Direzione Lavoro regionale, l’azienda con i suoi consulenti, le organizzazioni sindacali provinciali Femca e Fisacat CISL, Filctem e Filcams CGIL, Ultec e Uiltucs UIL e i rappresentanti dei lavoratori.

“Da quando è stata resa nota la decisione di chiusura del sito di Santa Maria di Sala da parte di Passaggio Obbligato – Nara Camicie, abbiamo preso in carico la situazione su richiesta delle organizzazioni sindacali e accompagnato la trattativa con l’azienda nelle sue fasi più complesse” ha affermato l’assessore al Lavoro Elena Donazzan. “L’accordo siglato tra l’azienda e le parti sociali prevede garanzie e tutele per i 20 lavoratori interessati, tra queste il ricorso agli ammortizzatori sociali, la messa a disposizione di strumenti di indennizzo per trasferte ed eventuali trasferimenti, la concessione di incentivi all’esodo e l’impiego di politiche attive per il lavoro messe a disposizione dalla Regione del Veneto che potranno agevolare il reinserimento lavorativo di tutti i lavoratori coinvolti”.

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