Luce e gas, la beffa: costano meno, ma le bollette salgono: per le famiglie del Nordest +460 euro l'anno
Scendono i prezzi di luce e gas ma salgono quelli in bolletta. Gas ed energia elettrica tornano ai livelli di giugno 2021, ma nonostante questo le bollette sono rincarate di quasi 460 euro su base annua. Questo quanto emerge dall’ultima analisi della Cgia di Mestre sui prezzi per le forniture domestiche.
I prezzi di mercato nel mese di febbraio 2024 del gas naturale (28 euro per MWh) e dell’energia elettrica (87 euro per MWh) sono tornati agli stessi livelli del mese di giugno di 2021, ma le bollette di luce e gas pagate dalle famiglie italiane nel 2023 sono invece aumentate, rispetto a tre anni fa, mediamente di 328 euro (+26,2%). Alle famiglie del Nordest, invece, è andata ancora peggio: il rincaro è stato pari a 457 euro (+33,6 per cento). Probabilmente, l’impennata registratasi nella nostra ripartizione geografica è riconducibile all’andamento dell’inflazione maturata nel settore energetico che da noi è cresciuto in misura più significativa che altrove.
Come anticipato a livello territoriale è il Nordest la macro area del Paese che ha subito i rincari più elevati. Sempre tra il 2021 e il 2023, l’aumento medio annuo delle bollette di luce e gas è stato di 457 euro (+33,6%). Seguono il Nordovest con +316 euro (+23,9%), il Mezzogiorno con +304 euro (+26,6%) e, infine, il Centro con +260 euro (+21,1%).
Come è possibile, allora, che, nonostante i prezzi delle materie prime siano sostanzialmente in calo dalla fine del 2022 e i governi Draghi e Meloni abbiano erogato quasi 100 miliardi di euro per contrastare il caro energia a famiglie e imprese le bollette abbiano subito dei rincari così pesanti? Al di là delle specificità che in questi ultimi anni di crisi energetica hanno caratterizzato i consumi di queste forniture, per far fronte alla mancanza di liquidità che, soprattutto nel 2022, ha colpito i distributori e i fornitori di energia, questi ultimi hanno ritoccato all’insù le caparre e le cauzioni in capo ai consumatori. Insomma, hanno aumentato in misura rilevante la quota fissa presente nelle bollette, ovvero l’importo che può essere considerato pari a un canone mensile. Non solo. Anche l’inflazione presente nel settore energetico ha concorso a far salire il costo delle bollette, avendo contribuito ad impennare gli indici dei prezzi al consumo del gas del 60,4 per cento e della luce del 93,1 per cento.
Flop del contributo di solidarietà sugli extraprofitti: all’erario mancano 7 miliardi
A fronte della crisi energetica avvenuta tra la fine del 2021 e la prima parte del 2023, si ha l’impressione che a pagare il conto siano stati solo, o quasi, i consumatori (famiglie e imprese). Anche le società del settore hanno subito degli shock importanti, ma gli extraprofitti realizzati in questi anni dalle aziende energetiche sono stati rilevanti. E in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legittimità del contributo di solidarietà sugli extraprofitti applicato nel 2022 alle aziende energetiche, nel 2023 l’erario ha incassato solo 2,8 miliardi di euro rispetto ai 10 miliardi che il governo Draghi aveva ipotizzato di riscuotere. Nelle casse pubbliche sono “mancati” 7 miliardi di euro. Ancora una volta, così come successo anche con le banche, tassare gli extraprofitti di queste big company, molte delle quali sono quotate in Borsa, è diventata una mission impossibile.
Nel mercato libero bollette della luce +136%
Tra il 2021 e il 2023 l’escalation dei prezzi delle bollette della luce ha interessato tutti, anche se, come era prevedibile, agli utenti del mercato tutelato, pari a circa un terzo del totale, la variazione è stata inferiore rispetto a quella subita dai clienti del mercato libero. Ai primi, infatti, l’incremento è stato del 34%, ai secondi, invece, addirittura del 136,3%. Per il gas naturale, invece, i dati non permettono di calcolare la variazione dei prezzi tra il 2021 e il 2023 in relazione alle due componenti mercato tutelato e mercato libero; i dati sull’ultimo anno (2023) consentono tuttavia una comparazione con il 2022 e anche qui mentre i prezzi del “tutelato” sono stati in diminuzione (-31%) per il mercato libero c’è stato ancora un aumento (+6,7%). Si fa altresì presente che da gennaio 2024 è terminato il servizio di tutela per il gas, secondo un progressivo piano di passaggio al mercato libero; mentre per luglio 2024 è prevista la fine graduale di quello tutelato per l’energia elettrica.
Energia elettrica: il prezzo italiano è il quarto più alto dell’Area Euro
Gli ultimi dati disponibili (primo semestre 2023) evidenziano che mediamente il prezzo italiano dell’energia elettrica era pari a 378,2 euro per MWh; il quarto più alto dell’Area Euro. Tra i 20 paesi monitorati, solo la Germania con 412,5 euro per MWh, il Belgio con 435 euro per MWh e i Paesi Bassi con 475 euro presentavano prezzi superiori al nostro (vedi Tab. 4). Infine, per quanto concerne il gas, sempre nel I semestre 2023 il prezzo italiano era pari a 98,1 euro per MWh; un prezzo tra i più bassi dell’Eurozona. Rispetto alla Francia (104,3 euro per MWh), pagavamo il 5,9 per cento in meno, alla Spagna (107,7 euro per MWh), l’8,9 per cento in meno e alla Germania (123 euro per MWh), il 20,2 per cento in meno.