Guerra in Ucraina, cala l'export manifatturiero veneto: - 21,7%

Il 24 febbraio 2024 si celebra un triste anniversario: i due anni dall’inizio della guerra russo-ucraina e dalle drammatiche conseguenze economico-sociali che si trascina dietro. In Italia il conflitto pesa soprattutto a quelle regioni che con Russia e Ucraina hanno scambi commerciali importanti: una tra tutte il Veneto. Regione, questa, con un peso di quasi il 20% del totale delle merci italiane vendute, particolarmente esposta sui mercati della Federazione russa ed Ucraina. Risulta quindi una delle regioni più colpite. Negli ultimi 18 mesi (dall’inizio della guerra a febbraio 2022 a settembre 2023) si registra un calo delle esportazioni manifatturiere del -21,7% rispetto ai 18 mesi precedenti.

E’ in questo quadro che il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschetto, si inserisce, tirando le somme dopo 24 mesi di violenze e di crisi economica. Queste hanno avuto e avranno un impatto importante in questa area del paese, anche alla luce del 13esimo pacchetto di sanzioni appena approvato dagli ambasciatori dell’Ue.

“Dall’inizio del conflitto abbiamo già perso oltre mezzo miliardo di eurodenuncia Boschetto -. Nel corso del periodo esaminato abbiamo esportato, nei due Paesi, quasi 2 miliardi di euro di merci, 1,5 verso la Russia e 430 milioni verso l’Ucraina. Per fortuna si tratta “solo” dell’1,6% dei 120 miliardi che la nostra regione ha esportato (nei 18 mesi) nel mondo ma, questo è un mercato molto importante per le merci delle nostre piccole e medie imprese. La Russia infatti -prosegue- era (ed è tuttora) tra i più grandi estimatori dei prodotti del Made in Italy di punta del lusso: dalla moda declinata attraverso la sartoria haute couture, gli accessori del distretto calzaturiero, il comparto orafo, all’alimentare con i prodotti enogastronomici di eccellenza sino all’arredamento con la produzione di mobili di lusso e complementi d’arredo di design. Ma anche il settore dell’automazione-meccanica è fortemente impattato da questa situazione”.

Macchinari e attrezzature registrano un calo del 31,5% rispetto ai 18 mesi precedenti con una contrazione di oltre 200 milioni di euro. Seguono gli articoli della moda (tessile, abbigliamento, calzature e occhiali) che pesano per il 23,2% e sono rimasti sulla soglia dei 450 milioni di euro. Calano invece in modo importante i mobili -39,2% e le apparecchiature elettriche -54,9%.

“Rispetto a due anni fa – sottolinea Boschetto –  ci sono anche delle situazioni che stanno migliorando. La bolla dei prezzi energetici si sta sgonfiando lentamente. Nel 2023 il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica è ritornato sul livello medio del 2021, anche se, in Italia, i prezzi al consumo dell’elettricità rimangono del 93,0% superiore ai livelli pre-crisi, un divario che scende al 34,6% in Eurozona. Bene anche le previsioni della domanda di lavoro monitorate da Unioncamere-Excelsior che, per il mese di febbraio in Veneto salgono del 1,7% rispetto a febbraio 2023 e quelle per il trimestre febbraio-aprile che crescono del 4,7%”.

“I segnali di vitalità delle nostre imprese – afferma – vanno incoraggiati con uno sforzo altrettanto energico da parte di chi guida il Paese per modificare un contesto spesso ancora ostile alla libertà d’iniziativa economica. Occorre realizzare il giusto equilibrio tra le scelte di rigore e le indispensabili opzioni per la crescita, puntando sull’ambizione di una visione strategica complessiva che valorizzi i nostri punti di forza e rimuova le criticità che sopportiamo da anni. Vanno sostenuti gli investimenti e l’occupazione con un’azione su più fronti e utilizzando i molteplici strumenti del ‘pacchetto manovra’, a partire dalla piena realizzazione del nuovo Pnrr”.

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