Riordino partecipate: Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione in un'unica holding pubblica

Il consiglio regionale del Veneto ha approvato, senza voti contrari, il progetto di legge 205 della giunta regionale, che modifica le leggi istitutive delle società Veneto Sviluppo e di Veneto Innovazione, per il riordino delle partecipazioni societarie regionali in un unico gruppo.

La proposta normativa è stata presentata in Aula dal Relatore, il Presidente della Prima commissione Luciano Sandonà (Lega-LV), e dal Correlatore, la Vicepresidente della stessa Commissione, Vanessa Camani (Partito democratico).

La legge supera la situazione che vedeva Veneto Sviluppo come società a capitale misto pubblico-privato, con una quota del 49% della società detenuta da istituti bancari, una condizione non conforme all’ordinamento europeo dal momento che la Regione vi conferiva risorse regionali e comunitarie. Veneto Sviluppo diventa interamente di proprietà della Regione e vi confluisce anche Veneto Innovazione che, a conclusione del processo di riorganizzazione, diventerà il soggetto deputato a gestire circa 600 milioni di euro, tra risorse regionali e risorse FESR, da destinare alle imprese tramite prestiti o garanzie. La riorganizzazione consentirà alle controllate di Veneto Sviluppo di ricevere affidamenti diretti in regime in house providing.

«Questo è davvero un traguardo importante, che corona un anno di lavoro ad un progetto di legge che garantirà un salto di qualità nella gestione dei fondi pubblici, realizzando una effettiva sburocratizzazione dei percorsi – afferma l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato –. Ribadisco la soddisfazione per la mole di lavoro svolta per arrivare all’approvazione del riordino di Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione. È un intervento necessario per rendere le società regionali più competitive e per rafforzare la spinta propulsiva che abbiamo il dovere di garantire alla nostra economia».

Il Pd si è astenuto definendo «troppo limitato l’intervento consentito al Consiglio nel definire lo statuto di questo nuovo assetto societario», come ha detto la capogruppo Vanessa Camani, e sottolineando il fatto che «il Consiglio non ha alcun ruolo nel determinare le scelte strategiche in merito agli investimenti che verranno realizzati con le risorse pubbliche. Questa legge priva il Consiglio di ogni funzione di vigilanza e controllo, sia in merito ai bilanci che relativamente al piano industriale. Un intervento necessario, ma decisamente insufficiente sotto il profilo delle garanzie statutarie».

«La riorganizzazione delle due società partecipate in un unico gruppo, soggetto al coordinamento unitario di una sola holding, si è resa necessaria per diversi motivi – il commento del presidente della Regione Luca Zaia –. Da un lato puntiamo a gestire al meglio i fondi della nuova Programmazione comunitaria, dall’altra vogliamo garantire economie di scala, accentrando funzioni e servizi e rendendo sempre più efficiente la macchina amministrativa a servizio di cittadini e imprese».

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