Verona, vertenza Musei civici: il comune applica il contratto nazionale Federculture
Nei giorni scorsi a Verona si è sviluppata una vertenza dei lavoratori dei servizi di accoglienza dei Musei civici. Martedì 9 maggio il sindacato Usb aveva proclamato lo stato di agitazione, dopo il rifiuto, da parte della cooperativa bolognese “Le Macchine Celibi”, che ha in appalto il servizio, di un incontro con il sindacato per discutere l’applicazione unilaterale di un contratto peggiorativo per i lavoratori, con una retribuzione di 4/5 euro lordi all’ora.
Ieri la decisione della giunta comunale: Verona sarà tra le prime città in Italia ad applicare ai lavoratori dei servizi di accoglienza ai Musei civici il contratto collettivo nazionale di Federculture, specifico per i lavoratori del settore culturale, in modo da riconoscere stipendi dignitosi a questa categoria. La decisione è stata presa su indicazione degli assessori al Personale Michele Bertucco e alla Cultura Marta Ugolini, da mesi al lavoro per il riconoscimento di una retribuzione consona a questa tipologia di personale che a Verona, in base al contratto stipulato con la precedente amministrazione, percepisce oggi paghe di 4/5 euro lordi l’ora.
L’adesione al contratto Federculture
Il primo passo è stata l’adesione della città scaligera a Federculture, l’associazione che ha stipulato un contratto collettivo nazionale, che sia dal un punto di vista economico che professionale disciplina la categoria dei lavoratori dei musei. Si tratta di una situazione che riguarda tutte le città d’arte italiane e che il Comune ad aprile proponeva di risolvere attraverso l’applicazione obbligatoria di tale contratto. Soluzione che se da una parte innalza il costo economico di tale servizio a carico del Comune dall’altra consente di riconosce uno stipendio dignitoso ai lavoratori.
«In questi mesi, per trovare una soluzione insieme all’assessora Ugolini – sottolinea l’assessore al Personale Michele Bertucco –, ci siamo confrontati più volte sia con Macchine Celibi, fra le Cooperative appaltatrici del servizio, che con le organizzazioni sindacali. Abbiamo puntato all’applicazione del contratto di Federculture, oggi appunto il contratto di riferimento, che viene chiesto anche dai lavoratori e dalle lavoratrici. L’adesione da parte del Comune a Federculture è il primo atto. Questo consentirà di avere una serie di consulenze, di interagire con tante altre città italiane che vi hanno aderito. La scelta comporterà un costo maggiore per il Comune (circa 400.000 euro all’anno), ma ci garantirà di dare un’adeguata attenzione ai lavoratori e alle lavoratrici che operano nei nostri Musei, personale laureato, spesso anche con master e la conoscenza di più lingue. Stiamo parlando di uno dei principali biglietti da visita della città, i Musei civici infatti accolgono ogni giorno con il loro personale l’importante flusso turistico, un valore non solo culturale ma anche economico per le città d’Arte come Verona. Questa situazione c’è anche in altre città d’arte. Garantire le condizioni minime di lavoro è necessario. Spero che anche il Governo sia d’accordo su questo percorso e si arrivi a prevedere delle norme specifiche».
«È un tema nazionale – ribadisce l’assessora alla Cultura Marta Ugolini –. Da parte dei lavoratori si lamenta sia il problema del precariato, che spesso viene proposto al posto di soluzioni di lavoro più stabili, sia di modalità inquadramento che sono sotto-mansionati. Si tratta di personale che non si occupa solo di sorveglianza, ma che fornisce anche informazioni sulla città, supportando i turisti. E’ coerente con i valori di questa Amministrazione avviare un processo di sistemazione dell’inquadramento contrattuale, compatibilmente con gli impegni presi con i contratti precedenti, di cui dobbiamo ora attendere la naturale scadenza prima di cambiare. Però stiamo lavorando in questo senso, insieme anche con la direzione musei e la direzione del personale, perché è un tema trasversale».
Coinvolti 60 lavoratori
Il servizio di guardiania e accoglienza ai musei civici di Verona coinvolge una sessantina di lavoratori, oggi collegati alla Cooperativa Le Macchine Celibi, vincitrice nel 2019/2020 del bando di gara bandito dalla precedente amministrazione. In quell’occasione la Cooperativa si era impegnata ad applicare il contratto Multiservizi che, nel 2021, grazie ad un nuovo accordo fra sindacati e datori di lavoro, è stato incrementato proprio nell’ottica di aumentare il valore stipendiale di queste figure. Invece di applicare il contratto con le nuove condizioni, la Cooperativa ha scelto di passare al contratto Servizi fiduciari, a cui si ricollega la quota di circa 4/5 euro lordi l’ora.
Foto di Rui Alves su Unsplash: Museo di Castelvecchio a Verona