ITS, l'appello di Alberto Zanatta: «Accorpare le sedi anche con i fondi del Pnrr»

Accorpare le sedi degli ITS, gli Istituti Tecnologici Superiori, per renderle più belle e attraenti ed evitare la loro dispersione, anche sfruttando i fondi del Pnrr. La proposta arriva da Alberto Zanatta, presidente del gruppo Tecnica, leader mondiale nello sportsystem, vice presidente di Confindustria Veneto Est e da poco presidente della Fondazione Digital Academy “Mario Volpato” con sede a Noventa Padovana.

Zanatta, rispondendo a un’intervista sul magazine GoodJob!, ha affrontato una delle sfide più impegnative che gli ITS si trovano ad affrontare, ovvero fornire alle imprese giovani con competenze aggiornate nell’ambito digitale: «Rispetto alla Germania siamo all’età della pietra. Dovremmo avere una potenza di fuoco almeno dieci volte superiore. Per riferirci alla Fondazione Volpato, che è molto giovane, nasce nel 2021, abbiamo cinque corsi avviati. Ciò significa che alla fine del secondo anno escono 125 ragazzi per tutto il Veneto. Sono pochissimi. Una goccia nel mare. Gli ITS sono pochissimo conosciuti e quando lo sono vengono vissuti in modo limitativo: sembrano un ripiego o la prosecuzione di un biennio dell’istituto tecnico. Dobbiamo far capire alle aziende, alle famiglie, ai media che l’ITS Academy non è un ripiego. È come una laurea di specializzazione professionale».

L’imprenditore ha poi lanciato una sorta di appello perché il mondo degli ITS unisca le forze per fare massa critica: «Non servono gelosie, bisogna sedersi a un tavolo e collaborare. Non vedo, per questo tipo di iniziative, concorrenza» afferma Zanatta, che poi aggiunge: «È importante avere anche sedi belle, attrattive, dotate di strumenti, laboratori, tecnologie. A Treviso, per quello che conosco, è meglio fare una sede per tutti gli ITS. Con le risorse del PNRR è meglio fare sedi attrattive e molto dotate. A Padova vorremmo fare una sede unica tra Volpato con Cosmo e RED, per condividere servizi e fare economie. Non dimentichiamoci che siamo imprenditori. Evitiamo il superfluo».

L’intervista integrale è sul sito di GoodJob!

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