Confartigianato: rimandare l'entrata in vigore del Decreto Trasparenza. «Troppi oneri per le PMI»

Confartigianato Veneto chiede al Ministero del Lavoro di posticipare l’entrata in vigore del decreto legislativo trasparenza, prevista per il 13 agosto. Il provvedimento recepirebbe la direttiva europea 1152 del 2019, e imporrebbe a oltre 35 mila artigiani veneti pesanti oneri informativi sui contenuti e le condizioni del contratto di lavoro da fornire ai dipendenti.

Per Confartigianato si tratta di un passo indietro nel processo di semplificazione, vista l’introduzione di una serie aggiuntiva di complicazioni burocratiche non specificate dalla normativa. In aggiunta il carico di adempimenti arriverebbe in pieno agosto, divenendo valido per le nuove assunzioni. Il decreto sarebbe anche attivo retroattivamente per i contratti stipulati dal primo agosto in poi.

«Chiediamo al Ministero del Lavoro di rinviare l’entrata in vigore delle nuove norme in materia di lavoro previste nel Decreto legislativo trasparenza. Oltre ad un termine più ampio per adeguarsi al decreto e a maggiori indicazioni sugli aspetti operativi della nuova disciplina chiediamo al Ministero di ridurre l’impatto dei nuovi oneri a carico delle piccole imprese. Chiediamo anche il ripristino della possibilità di rinviare al contratto collettivo il reperimento delle informazioni riguardanti tutti gli aspetti del rapporto di lavoro che sono regolati proprio dalla contrattazione collettiva. In altre parole per la noi l’attuazione della direttiva non dovrebbe provocare l’introduzione di nuovi oneri per le imprese, poiché la trasparenza delle informazioni ai lavoratori può essere garantita con il richiamo alle disposizioni di legge e contrattuali», l’intervento di Roberto Boschetto presidente di Confartigianato Imprese Veneto.

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