Veneto, stato di emergenza per la siccità
Il Governo ha riconosciuto lo stato d’emergenza per le regioni più colpite dalla siccità: i presidenti di Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto sono stati nominati commissari per l’emergenza. Per il Veneto sono stati stanziati 4,8 milioni di euro. «La risorsa idrica appartiene a tutti. Invito quindi a farne un consumo parsimonioso, dettato dal buon senso e dal rispetto del senso civico», l’appello del presidente Luca Zaia.
Il grave problema della siccità in regione inizia in primavera, con pochissime precipitazioni rispetto alla media del periodo. La mancanza di piogge importanti è continuata fino all’estate dove le alte temperature hanno aggravato la crisi. Dalla mancanza di acqua nel territorio derivano molteplici difficoltà: risulta difficoltosa l’irrigazione dei campi e l’abbeveramento degli animali, aumenta il rischio incendi e il si alza il cuneo salino.
Il settore agricolo
Coldiretti Veneto calcola perdite per il settore dei seminati di circa 800 milioni di euro. Gli agricoltori stanno raccogliendo anticipatamente il mais da foraggio, anche se le piante non sono completamente mature. I produttori cercano di salvare la maggior quantità possibile di prodotto prima che le piante si secchino. Scende di un terzo la produzione di orzo frumento e riso, della metà quella dei foraggi. Difficoltà anche per gli allevatori che vedono i pascoli montani seccarsi e le mucche produrre meno latte per via del caldo. In difficoltà anche l’ortofrutta e gli oliveti, con una produzione di olio in forte diminuzione. I produttori di vino prospettano una vendemmia anticipata anche di quindici giorni.
Soffrono del caldo e della siccità anche i pesci: gli animali vedono la quantità di ossigeno nell’acqua ridursi pericolosamente. A Padova sono stati salvati più di 300 pesci, trasferendoli in canali e fiumi più vivibili, salvaguardando la biodiversità del territorio.
Il rischio incendi
La siccità ha anche aumentato in modo rilevante il rischio incendi, con roghi sparsi in tutta la regione. Colpiti soprattutto il litorale, con il grande incendio della pineta di Bibione, e le zone pedemontane. La maggior parte dei focolai ha origine a causa di qualche disattenzione come una sigaretta gettata a terra o una macchina calda dal viaggio parcheggiata sopra delle sterpaglie. Per ridurre la possibilità di nuovi roghi vengono vietate tutte le attività potenzialmente pericolose (barbecue, falò) nelle zone boschive e entro 100 metri da esse. La situazione in regione può essere controllata sul sito di AmbienteVeneto. Le raccomandazioni sono di evitare comportamenti a alto rischio e non intralciare Vigili del Fuoco e volontari al lavoro nel caso ci si imbattesse in loro.
La risalita del cuneo salino
Si definisce cuneo salino la massa d’acqua che dal mare risale i fiumi, creando quindi un miscuglio tra acque dolci e salate. Solitamente non supera i 300 o 400 metri dalla foce del fiume ma, quest’anno, nel Po ha raggiunto la profondità di 21 km. Il cuneo salino comporta l’impossibilità di irrigare i campi con l’acqua fluviale vista la presenza di sale che danneggerebbe le colture. Sale che si infiltra anche negli argini generando zone di desertificazione localizzata. Altra grave conseguenza della risalita delle acque salate consiste nella chiusura degli acquedotti. La maggior parte delle strutture, infatti, non possiede macchinari di desalinizzazione delle acque. Questo costringe a attingere alle risorse degli acquedotti limitrofi, spargendone le risorse.
Evoluzione della situazione
Le previsioni meteo e degli esperti non prospettano un cambiamento della situazione in tempi brevi. Il Veneto, a livello di risorse idriche, si trova a luglio nella condizione che normalmente verrebbe registrata a fine estate. Le istituzioni si stanno muovendo con ristori per le attività colpite e interventi sul territorio per cercare di ridurre l’impatto della crisi. Quello che ci è possibile fare come singoli cittadini è prestare attenzione al modo in cui utilizziamo l’acqua: un uso corretto e responsabile può contribuire a lenire il problema.