Ovs, al via la produzione di cotone «made in Italy» nel segno della sostenibilità

Ovs avvia una sperimentazione per la produzione di un cotone tutto italiano ed altamente sostenibile. La compagnia nel 2021 ha raggiunto il 100% di approvvigionamento da fonti più sostenibili ovvero cotone organico, riciclato o prodotto secondo i Better Cotton Standard ed ora prova ad avviare una produzione interamente in Italia, in collaborazione con l’Azienda Santiva di Pollinia (PA).

Azienda Santiva: sostenibilità ambientale e sociale

L’Azienda Santiva coltiva cotone a fibra lunga ed attua pratiche di coltivazione sostenibili per l’ambiente e la comunità locale. Utilizza tecniche di agricoltura organiche, recentemente riscoperte, senza ricorso a fertilizzanti e pesticidi chimici in rispetto del suolo e della biodiversità. In periodi di siccità, come quello attuale, preleva l’acqua da piccoli bacini locali. Inoltre, punta a coinvolgere giovani agricoltori locali favorendo la crescita dell’economia del luogo.

Progetto cotone made in Italy

Il 22 aprile scorso sono state seminate le piante di cotone acquistate da Ovs la cui raccolta, che avverrà nell’autunno di quest’anno, permetterà la realizzazione di circa 30 mila capi d’abbigliamento.

«Questa iniziativa rappresenta per noi un modo per sostenere il made in Italy e riportare in Italia la produzione di una materia prima garantendo la tracciabilità dell’intera catena di fornitura. Se la sperimentazione andrà a buon fine, non escludiamo di aumentare significativamente i volumi» commenta Simone Colombo, Head of Corporate Sustainability.

L’impegno nella sostenibilità di Ovs

Ovs è attiva da tempo nella transizione verso una produzione più sostenibile ed una trasparenza nei confronti dei propri stakeholders.

Nel primo ambito ha raggiunto l’approvvigionamento di cotone completamente da fonti più sostenibili e sceglie materiali processi di produzione a ridotto impatto ambientale. Lavora con fornitori aderenti alla piattaforma Higg di Sustainable Apparel Coalition (un indice di valutazione dell’impatto sociale ed ambientale per il settore della moda). Dopo aver ridotto le emissioni di anidride carbonica dell’85% tra il 2017 e 2019 punta a ridurle nuovamente del 46% entro il 2030.

Per quanto riguarda la trasparenza si è classificata prima nel Fashion Transparency Index, un sistema di valutazione che analizza la trasparenza delle aziende riguardo ai propri sforzi in ambito sociale e di sostenibilità. L’indice illustra solo la trasparenza non l’effettiva qualità e quantità del compiuto.

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