Imprese vinicole venete: fatturato da 1,5 miliardi. Il prosecco vale il 20% dell'export
Le imprese vinicole venete valgono 1 miliardo e mezzo, il 13% del fatturato settoriale italiano. L’export continua su buoni livelli nonostante le difficoltà dovute al conflitto ucraino e all’aumento dei prezzi. In particolare il prosecco rappresenta il 20% delle esportazioni.
I dati sono stati presentati sabato 23 luglio, durante Scoop! la festa delle cooperative di Belluno e Treviso, svoltasi a Cortina d’Ampezzo. La manifestazione, alla sua quarta edizione, quest’anno ha voluto concentrarsi sul reparto vinicolo, in particolare sulla filiera produttiva del prosecco. Ospite e presentatore è stato Denis Pantini, responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma.
Il prezzi sono aumentati del 3,2% in Italia per via degli aumenti generalizzati dei costi. Il rincaro ha causato una contrazione delle vendite che oscilla tra il 5,5% e l’8,1% in base alla tipologia del vino. L’export, però, continua a rimanere elevato con Canada e Regno Unito come destinazioni preferite.
Il prosecco Dop rappresenta il 70% dei vini spumanti esportati nei primi mesi del 2022 e il 20% dell’esportazioni totali del settore. Le cooperative producono il 53% del prosecco regionale con 28 mila ettari registrati all’albo del prosecco doc. Sono più di 12 mila le aziende coinvolte nella filiera produttiva, con importati ricadute economiche sul territorio.
«Il settore vitivinicolo è particolarmente importante in provincia di Treviso, dove si contano 40 mila ettari di vigneto, e più di metà di questi sono gestiti da cooperative. E al di là del decisivo impatto economico, non bisogna dimenticare che la responsabilità della cooperazione è importante per la tenuta economico-sociale dei territori. La resilienza e la stabilità delle attività cooperative hanno una ricaduta diretta sui nostri soci ma anche su tutta la comunità», spiega spiega Valerio Cescon, presidente di Confcooperative Belluno e Treviso.
La sostenibilità della filiera del Prosecco
La sostenibilità è un tema importate, soprattutto in un sistema così strettamente collegato al territorio. Le misure attutate al momento includono la contrazione dell’uso di input chimici, la riduzione degli scarti e valorizzazione dei sottoprodotti e l’incremento delle
produzioni biologiche. Nei prossimi anni si punterà invece a ridurre l’impatto ambientale nella trasformazione, ad aumentare il packaging riciclabile e potenziare la produzione di energie rinnovabili.
«La tenuta del valore nella filiera del Prosecco è fondamentale per la sostenibilità economica delle imprese e dei territori, e a sua volta la sostenibilità economica è alla base di quella ambientale e sociale. Più del 50% della produzione di Prosecco è collegata al sistema cooperativo. Oggi siamo di fronte a una sfida importante, sia per i desiderata dei consumatori e sia per le imposizioni che l’Unione Europea sta introducendo in tema di sostenibilità: in questo contesto la cooperazione ha un’arma in più perché rappresenta, con viticoltori e
imprese di trasformazione, una filiera, punto di partenza per raggiungere la sostenibilità», sostiene Denis Pantini.