Città della speranza, l'Istituto di ricerca pediatrica compie 10 anni

L’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza ha festeggiato ieri, mercoledì 8 giugno, i dieci anni di vita con un evento di celebrazione che ha visto la presenza di tutte le Istituzioni rappresentate, ricercatori e volontari. Una tappa importante di un viaggio che impone di guardare avanti nella missione di ricerca di nuove cure per sconfiggere le malattie pediatriche.

“Se tanto è stato fatto in questi dieci anni, molto di più rimane da fare ancora: il nostro obiettivo è prevenire e curare le malattie dei bambini. Quello dell’Istituto è un futuro di crescita, negli spazi e nei contenuti – ha dichiarato l’amministratore delegato di IRP Luca Primavera –. Nostro punto di forza è l’interdisciplinarietà della ricerca, come pure il rapporto con l’Università di Padova e l’Azienda ospedaliera: una sinergia importante sul piano scientifico ma anche direzionale e gestionale”.

Durante l’evento è stato annunciato il rinnovo della convenzione con l’Università di Padova. “Cinque anni fa abbiamo cambiato lo statuto, nei giorni scorsi abbiamo definito la nuova convenzione con l’Università che definisce i rapporti fra enti. I costi della gestione della Torre aumentano, la ricerca evolve e abbiamo bisogno di spendere bene i soldi che raccogliamo ed essere più efficienti” ha dichiarato Andrea Camporese, presidente della Fondazione Città della Speranza, che poco prima dell’evento di celebrazione ha letto la relazione sul bilancio, approvato dall’assemblea dei soci: “La solidità della Fondazione è ben evidenziata dal patrimonio netto che, alla chiusura dei conti al 31/12/2021 è pari a 34.225.720 euro. Per quanto riguarda il conto economico, i ricavi si sono attestati a 7.812.981, in calo rispetto al 2020 (8.225.258), anno in cui però, abbiamo portato a ricavo due annualità del 5X1000, ovvero 1.914.107 (2021), rispetto a 3.679.287 (2020)”.

“Le grandi sfide che l’Istituto ha affrontato in questi dieci anni si possono riassumere in tre punti: accelerazione, complessità e rischio – ha dichiarato la professoressa Antonella Viola, Direttore Scientifico di IRP –. Dobbiamo lavorare per arrivare rapidamente dal laboratorio al letto del paziente, imparare a gestire la complessità e usarla a favore della cura e prevenire il rischio”. E ha proseguito: “L’innovazione cresce solo dove c’è contaminazione dei saperi. Il nostro principale obiettivo per il futuro è quello di accelerare il processo per la cura, essere più rapidi e arrivare in maniera incisiva a trasformare la ricerca in farmaco e terapie”.

“Nel 2008 siamo partiti con la costruzione di questa torre per un investimento di oltre 30 milioni di euro, uno spazio che offre 17mila mq di laboratorio a circa 450 ricercatori – ha dichiarato il presidente di IRP e fondatore di Città della Speranza Franco Masello, che nel suo intervento ha sottolineato la missione della Fondazione – Una società che non ha coscienza che investendo sul bambino investe su sé stessa è una società che è destinata a morire. I bambini malati sono figli di tutti: bisogna passare dalle parole ai fatti, perché la vita dei nostri figli è nelle nostre mani”.

L’evento ha visto la presenza dell’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin: “Porto i saluti e i ringraziamenti della Regione Veneto alla Fondazione Città della Speranza per i suoi 27 anni di vita ma soprattutto per i dieci anni della Torre della Ricerca. Dieci anni fa in maniera lungimirante avete buttato il cuore oltre l’ostacolo con questa impresa che oggi rappresenta un’eccellenza del sistema sanitario, veneto e non solo”. Alla celebrazione hanno portato i loro saluti e il sostegno alla Fondazione Angelo Dei Tos, delegato dell’Università di Padova, e Gilberto Muraro, presidente di Fondazione Cariparo.

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