Progetto Fuoco, al via a Verona la fiera del riscaldamento a biomassa: il settore in Italia vale 4 miliardi

Si è aperta in fiera a Verona la tredicesima edizione di «Progetto Fuoco», il più importante evento mondiale dedicato al riscaldamento a biomassa, con 800 espositori e 60 mila visitatori attesi, alla presenza del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, del sindaco di Verona Federico Sboarina, del vicepresidente della Provincia di Verona Davide Michele, del presidente di Veronafiere Maurizio Danese, di Domenico Brugnoni, presidente di Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali, di Ado Rebuli e di Raul Barbieri, rispettivamente presidente e direttore generale di Piemmeti, la società che promuove «Progetto Fuoco».

«La recente impennata del prezzo del gas in bolletta, che non sembra destinata a rientrare almeno nel breve periodo, ha reso evidente che una reale transizione energetica ha il dovere di essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico» dichiara Raul Barbieri. «Questo sta generando una forte presa di coscienza da parte dei consumatori. Il mercato sta intercettando questa ripresa, offrendo soluzioni che aumentano l’efficienza degli impianti e ne sviluppano la digitalizzazione. È il tema del turnover tecnologico, necessario per sostituire impianti obsoleti e più inquinanti: ecco perché al centro di Progetto Fuoco ci saranno proprio le tecnologie di ultima generazione e le soluzioni più innovative che vanno in questa direzione».

«Abbattere ancor di più le emissioni, aumentare l’efficienza e digitalizzare sono i temi portanti di questa edizione, tutti accomunati dalla spinta innovativa», ha detto Luca Zaia. «Ricordo che nel nostro Paese abbiamo 8,7 milioni di apparecchi e caldaie a biomasse: 8,4 milioni (97%) sono apparecchi domestici adibiti al riscaldamento, e 300 mila (3%) sono caldaie. In particolare gli apparecchi alimentati a legna da ardere sono 6,6 milioni (74,0%), mentre quelli alimentati a pellet sono 2,3 milioni (25,8%). C’è grande fermento in questo settore che, con la concomitante crisi del gas, può essere una fondamentale alternativa sostenibile nella direzione che auspico da tempo, quella dell’autonomia energetica, dato che non è più possibile che il 38% delle forniture di metano arrivi da un solo Paese, la Russia. In questo senso  auspico una revisione delle priorità di investimenti del Pnrr: va bene abbellire un borgo, ma dobbiamo fare in modo che i cittadini rimangano a vivere nel borgo. E con certe bollette non facciamo un servizio ai cittadini di quel borgo. Una stufa in ogni casa può essere una valida alternativa per pagare e inquinare di meno».

«Il comparto del riscaldamento residenziale a biomasse legnose è già da anni la principale fonte energetica rinnovabile impiegata nel nostro Paese ed è pronto a vincere la sfida della qualità dell’aria grazie ai progressi sul fronte della tecnologia e del rendimento energetico» sostiene Annalisa Paniz. «Nel corso dell’edizione di Progetto Fuoco di quest’anno, la nostra Associazione presenterà inoltre una serie di nuove proposte politiche per fare ancora di più su questo fronte, puntando su incentivi al turnover tecnologico, biocombustibili certificati, maggiore coinvolgimento di progettisti e installatori-manutentori e un ulteriore impegno sul fronte dell’educazione e della sensibilizzazione di cittadini e utenti finali».

 

I numeri della filiera legno-energia in Italia

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio di AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) il legno è la prima tra le energie rinnovabili (il 33% in Italia e il 40% nel mondo) e la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie italiane. Un comparto dell’industria italiana, quello della filiera legno-energia, che vanta un giro di affari di 4 miliardi di euro, con 14 mila aziende che occupano 72 mila addetti, di cui 43.000 diretti e 29.000 legati all’indotto; considerato un’eccellenza del Made in Italy, con il 70% degli apparecchi a pellet in Europa progettati e costruiti in Italia. Non solo: la ricaduta occupazionale della produzione di biocombustibili legnosi è 7 volte superiore rispetto a quella della produzione di petrolio (Fonte: ÖBV, 2015).

In Italia, secondo i dati AIEL, sono consumati 11 milioni di tonnellate di legna da ardere, circa 3,2 milioni di tonnellate di pellet e 1,3 mln di tonnellate di cippato. Negli ultimi 6 anni il consumo di legna e pellet nel settore residenziale è rimasto sostanzialmente stabile. Per quanto riguarda il parco generatori sono oltre 8,3 milioni i sistemi di riscaldamento a biomasse complessivamente installati, in calo rispetto al 2014 quando si attestava sui 9,4 milioni di pezzi. La diminuzione è principalmente legata alla dismissione di apparecchi obsoleti. Infatti il 66% dei generatori installati ha più di dieci anni d’età, il 19% ha dai 5 ai 10 anni e il 15% ha meno di 5 anni. Da qui la necessità di un turnover tecnologico per sostituire i vecchi prodotti con prodotti nuovi tecnologicamente avanzati e meno inquinanti.

Il Conto Termico è l’incentivo più usato dalle famiglie italiane per affrontare l’acquisto di un generatore a legna o pellet e dal 2019 al 2020 gli interventi incentivati secondo questa modalità sono risultati stabili passando da 77.000 (2019) a 71.000 (2020). Anche Bonus Casa (16.800 interventi) ed Ecobonus (4.900 interventi) hanno registrato un leggero calo rispetto al 2019, a causa della crisi pandemica e dell’introduzione del Superbonus. Se si sostituissero tutti i vecchi impianti domestici a legna con moderne tecnologie si garantirebbe una riduzione delle emissioni di polveri sottili derivanti dalla combustione domestica di biomasse di almeno il 70%.

I sistemi di riscaldamento domestici a legna e pellet dotati di moderna tecnologia possono essere annoverati tra le fonti di energia a basse emissioni di polveri. La rivista Altroconsumo ha effettuato prove di laboratorio indipendenti su apparecchi a legna e pellet a 4 stelle con cicli di funzionamento reale, incluso accensione e spegnimento, dimostrando come le emissioni di polveri da parte dei generatori a legna e pellet si riducono da 4 a 8 volte rispetto ai fattori di emissione utilizzati dall’inventario ufficiale Inemar, ovvero i livelli di emissione medi del parco installato. Sul fronte delle emissioni di CO2 climalterante, per ogni megawattora di energia primaria prodotta, il gasolio emette in atmosfera 326 kg di CO2 equivalente, il GPL 270 kg di CO2 equivalente, il metano 250 kg di CO2 equivalente, il pellet solo 29 kg di CO2 equivalente, la legna da ardere 25 kg di CO2 equivalente.

 

progetto fuoco

Progetto Fuoco: innovazione al centro

Innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Sono due elementi decisivi attorno a cui si decidono le sorti del nostro futuro, ed imprescindibili per il settore del riscaldamento a biomassa. Dalle stufe ai caminetti passando per caldaie, barbecue e cucine a legna e pellet: in prima linea a Progetto Fuoco, assieme alle grandi imprese, che da sempre collaborano per lo sviluppo del comparto, saranno presenti giovani innovatori e startup. Queste ultime troveranno posto nell’Innovation Village una “future showroom” che racchiuderà le migliori startup italiane, e nella seconda edizione di “Give Me Fire – Progetto Fuoco Startup Award”, la challenge promossa da Progetto Fuoco, Blum e AIEL che vedrà numerose aziende innovative sfidarsi a colpi di pitch con cui presenteranno i loro prodotti tecnologici relativi al settore del riscaldamento a biomassa. La manifestazione ospiterà anche un hackathon, una maratona in cui i giovani innovatori – studenti, sviluppatori, talenti – troveranno risposte ai problemi posti da tre grandi aziende del settore come Edilkamin, La Nordica Extraflame e Palazzetti.

Ma Progetto Fuoco è anche attenzione a bellezza e design dei prodotti. Grazie ad una partnership con il blog “Fire Observer | Danilo Premoli”, dedicato al design e al mondo del fuoco, Progetto Fuoco organizza il “PRIZE X 2021” il premio di design per le stufe e i caminetti, quest’anno assegnato sia sulla base dei voti dei lettori del blog che sui voti di una giuria specializzata di architetti. Saranno le aziende di Lignum – Distretto del Mobile di Verona, ognuna con un proprio spazio, a caratterizzare le stufe vincitrici del premio proponendo, per ognuna di esse, un’ambientazione studiata per valorizzarne le caratteristiche e i valori estetici del prodotto.

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