Agriturismi, in Veneto si va verso il tutto esaurito per il periodo di Pasqua
C’è grande attesa per gli agriturismi veneti per la Pasqua 2022, che sarà la prima all’insegna dell’apertura dopo due anni di fermo e lockdown. Le prenotazioni stanno fioccando e si prevede il pienone nel ponte del 17 aprile.
«Per gli agriturismi il periodo pasquale costituisce lo start della stagione – commenta Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto e titolare dell’agriturismo Monte Sereo a Bastia di Rovolon (Padova) – e siamo perciò contenti che, dopo due anni difficili a causa della pandemia, gli operatori possano veder premiato il loro lavoro. L’alleggerimento delle misure adottate per il Covid ha contribuito a ridare entusiasmo e voglia di ripartire al settore. Stiamo facendo un grande sforzo per tenere i prezzi contenuti, ma qualche aumento è prevedibile in quanto i costi energetici e delle materie prime hanno pesato non poco sui nostri bilanci. Le stime sono di un aumento dei costi, solo per energia elettrica e riscaldamento, di circa 5 euro a stanza».
La crisi internazionale, conseguente alla guerra in Ucraina, si fa sentire anche sulle strutture agrituristiche. «Al momento sia il pernottamento che la ristorazione nel periodo pasquale riguardano soprattutto turisti italiani e locali – spiega Granata -. Per quanto riguarda le vacanze estive c’è molta più incertezza. Pochissime le prenotazioni straniere, segno che ci sono molti timori legati all’evolversi del conflitto e quindi si attendono gli sviluppi prima di decidere il da farsi. Cerchiamo comunque di essere fiduciosi, nella speranza di tornare a una situazione stabile che restituisca a tutti la fiducia e la voglia di muoversi».
Gli oltre 1.400 agriturismi del Veneto, prima regione turistica italiana con 19.563.348 arrivi e 69.229.092 presenze, hanno bisogno di ripartire dopo aver sofferto le chiusure e le restrizioni causate dalla pandemia Covid 19 in modo particolarmente rilevante. «La perdita dell’indotto è stata del 70 per cento rispetto al 2019 – registra Granata -. A soffrire maggiormente sono state le piccole strutture che fanno solo ospitalità. Gli interventi di ristoro sono stati insufficienti a coprire le perdite e pure i bandi di sostegno attesi dal Pnrr sono di poco aiuto, a causa degli adempimenti burocratici sempre più complessi e farraginosi. I recenti bandi in favore del settore turistico, nel quale sono comprese anche le aziende agrituristiche, sembrano infatti costruiti ad hoc per le grandi aziende del settore, escludendo realtà più piccole come le nostre ma non meno importanti. Vogliamo infatti ricordare che siamo una forma di ospitalità rurale, con una specificità tutta italiana, che riscuote un crescente successo in tutto il mondo».