Qualità della vita: per il «Sole 24 ore» Verona e Treviso nella top ten italiana

Come di consueto, nel corso del mese di dicembre anche il Sole 24ore pubblica la propria indagine sulla qualità della vita nelle città italiane con l’aggiornamento della classifica per province. Nel complesso il Veneto può dichiararsi soddisfatto per i risultati delle sue province, in quanto nella maggior parte dei casi si registra una scalata nella classifica (Belluno e Treviso guadagnano più di tutte). È vero che Padova, Verona e Vicenza sono in leggera flessione, ma le posizioni perse sono poche (complessivamente meno di una decina) mentre la media regionale si attesta attorno al 25esimo posto. Da registrare quindi un netto miglioramento rispetto alla classifica 2020, che aveva affossato le sette province venete. A livello nazionale Trieste si posiziona in testa, con Milano e Trento a completare il podio, mentre fanalino di coda è Crotone, subito preceduta da Foggia e Trapani.

Come sono andate le venete?

Verona (ottava) resta la provincia meglio classificata tra le venete, nonostante la leggera flessione rispetto all’anno scorso, grazie agli indicatori economici, mentre viene invece leggermente penalizzata dai dati relativi ad ambiente, inquinamento e servizi. Treviso (decima) è la vera sorpresa del 2021: da ventinovesima alla top 10, grazie soprattutto ai dati relativi alla qualità della vita delle donne, per cui il capoluogo della Marca risulta essere la miglior provincia d’Italia. Padova (33esima) penalizzata nella valutazione complessiva dagli indicatori «Ambiente e Servizi» e soprattutto «Giustizia e Sicurezza», mentre Vicenza (28esima) perde punti soprattutto a causa dei parametri relativi ad «Affari e Lavoro» e «Cultura e Tempo Libero». Per Venezia un ottimo 16esimo posto, ben diciassette posizioni meglio dell’anno scorso, anche Belluno (diciottesima) sale ben ventotto posizioni, tornando nella top 20. Rovigo (61esima) resta la più bassa tra le venete in classifica, nonostante una salita di tre posizioni.

Nota metodologica

Anche quest’anno l’indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore prende in esame 90 indicatori, suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990:

1. ricchezza e consumi;
2. affari e lavoro;
3. ambiente e servizi;
4. demografia e salute;
5. giustizia e sicurezza;
6. cultura e tempo libero.
L’aumento a da 42 a 90 indicatori, proposto già dal 2019, consente di misurare molti aspetti del benessere. Gli indicatori sono tutti certificati, forniti al Sole 24 Ore da fonti ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca.

Le novità del 2021

Di solito l’indagine della Qualità della vita, pubblicata alla fine dell’anno in corso, prende in esame i dati consolidati relativi ai 12 mesi precedenti. Anche quest’anno, però, sono stati raccolti alcuni parametri aggiornati al 2021 (a metà anno, se non addirittura a ottobre) con l’obiettivo di tenere conto della recente ripresa post 2020. Le sole performance dell’anno scorso, infatti, sarebbero risultate superate dall’evoluzione della crisi pandemica e avrebbero restituito solo la fotografia di un anno molto particolare condizionato dalle rigide misure restrittive introdotte per contenere i contagi da Covid-19. Così, nell’indagine quest’anno si contano ben 28 indicatori su 90 riferiti al 2021.
Nell’indagine 2021 sono presenti una decina di “indici sintetici”. Si tratta di indici che aggregano più parametri in determinati ambiti, elaborati da istituti terzi o direttamente dal Sole 24 Ore. Tra questi, ad esempio, l’Indice di sportività di PtsClas, l’indice della qualità dell’aria “estratto” da Ecosistema urbano di Legambiente, l’IcityRank di Fpa e i “nuovi” indici elaborati dal Sole 24 Ore (l’indice del clima e gli indici della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani.
Anche quest’anno vengono introdotti nel panel dati nuovi per poter interpretare meglio l’attualità e includere particolari aspetti che oggi incidono sul benessere della popolazione. Tra questi, ad esempio, il numero di farmacie ogni mille abitanti, che in queste ore, con i tamponi rapidi, rappresentano un servizio sanitario di prossimità cruciale. Oppure gli infortuni sul lavoro, l’affollamento degli istituti di pena, i farmaci per la depressione, gli esposti per inquinamento acustico e l’energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile. Gli indicatori che misurano i livelli di istruzione della popolazione, infine, sono stati spostati nella categoria «Demografia, società e salute» per lasciare più spazio ad alcuni dati climatici ed ecologici in «Ambiente e servizi».

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