Aule gelate, una settimana di proteste studentesche nelle scuole venete
Nelle scuole venete fa freddo, e gli studenti insorgono. Nell’ultima settimana in diversi istituti scolastici della regione, tra cui il Tito Livio di Padova, il Fermi-Giorgi di Treviso e il Munari di Vittorio Veneto, gli studenti si sono mobilitati in azioni di protesta per denunciare una situazione che, tra malfunzionamenti e anzianità degli edifici, era diventata insostenibile.
Gli ultimi in ordine di tempo sono stati gli studenti del liceo Duca d’Aosta di Padova, che mercoledì hanno organizzato un presidio nel cortile della scuola durante la prima ora di lezione, supportati dalla presenza del preside Francesco Lazzarini, e di alcuni insegnanti.
«Non è pensabile che si debba fare lezione battendo i denti dal freddo. Da anni chiediamo un investimento serio e strutturale nell’edilizia scolastica per rendere idonei anche gli impianti di riscaldamento, sia a livello di efficienza sia di ecosostenibilità. – ha detto Danilo Amedei, rappresentante degli studenti. – Sappiamo bene che sotto i 18 gradi non ci possono essere le condizioni minime per svolgere lezione in maniera consona. Vogliamo una scuola che sia uno spazio sicuro e accogliente tanto nella didattica quanto nella struttura e ormai non è più accettabile che si vivano queste condizioni, perciò chiediamo agli enti interessati e agli istituti di prendere subito provvedimenti»
Al centro della protesta una carenza strutturale di interventi di efficientamento agli edifici scolastici. I malfunzionamenti che si erano verificati nell’istituto, che avevano fatto precipitare le temperature nelle aule, sono infatti stati celermente risolti dai tecnici incaricati dalla Provincia.
Ma il problema, per gli studenti, è ben più ampio: «Quello del freddo è un problema che si ripresenta puntualmente ogni anno nelle scuole di tutta la regione», aggiunge Marco Nimis, Coordinatore Rete degli studenti medi Veneto. «Edifici vecchi, privi di isolamento termico e generale disattenzione degli enti preposti molto spesso sono le cause principali. Come studenti, da anni chiediamo investimenti seri in edilizia scolastica per rinnovare i vecchi edifici e garantire agli studenti di fare lezione in condizioni dignitose, da normativa nazionale la temperatura limite dovrebbe essere di 18° infatti. Sta per finire un altro anno pieno di contraddizioni e mancato ascolto per noi studenti. La Regione non ha battuto ciglio di fronte ad intere classi spopolate per il freddo. Non staremo in silenzio, continueremo a lottare per un modello di scuola e di mondo diversi, da costruire partendo dalle nostre voci».