Intesa Sanpaolo-Confindustria, 30 miliardi di euro per il rilancio delle imprese nel Triveneto
Trenta miliardi di euro per spingere il rilancio delle imprese del Triveneto, su un totale di 150 miliardi a livello nazionale. Questo è l’impegno siglato nel nuovo accordo firmato tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per il rilancio delle imprese. Emanuele Orsini, vice presidente per Credito, Finanza e Fisco di Confindustria e Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo hanno presentato l’11 novembre 2021 a Venezia l’accordo basato sul percorso congiunto “Competitività, Innovazione, Sostenibilità” che mette a disposizione delle imprese italiane 150 miliardi di euro per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo su questi tre valori fondamentali per la crescita e in coerenza con il PNRR.
In particolare, digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere, sostenibilità sono al centro dell’accordo siglato da Intesa Sanpaolo e Confindustria per le imprese. In una logica di superamento delle misure straordinarie adottate nel corso della pandemia, Intesa Sanpaolo ha previsto diversi strumenti per favorire la transizione verso soluzioni ordinarie di credito a supporto della liquidità delle imprese e a sostegno del loro equilibrio finanziario. In tal modo si rinnova la partnership tra Intesa Sanpaolo e Confindustria, oramai più che decennale: questo procedere di pari passo ha consentito a migliaia di imprese e PMI con credito di ricevere supporti per oltre 200 miliardi di euro.
I numeri delle imprese del Triveneto
Dall’intervento della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, è emerso che la ripresa dell’economia del Triveneto si sta mostrando più rapida delle attese: nel primo semestre del 2021 le esportazioni hanno recuperato quanto perso lo scorso anno, toccando nuovi record. Il Trentino-Alto Adige, infatti, mostra un aumento dei valori esportati del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2019; il Friuli-Venezia Giulia evidenzia un progresso del 9,4%, mentre il Veneto è sopra del 5%.
Tuttavia, è necessario ancora non cantare vittoria, poiché per continuare a competere con successo sui mercati internazionali serve un cambio di passo per quanto riguarda gli investimenti sull’innovazione e sulle infrastrutture digitali: in Veneto, ad esempio, solo il 57% delle famiglie ha accesso alla banda larga fissa veloce (contro il 66% nazionale) e il 24% a quella ultra veloce (vs 35% nazionale), mentre in Trentino Alto Adige solo il 20% dei comuni è raggiunto da banda larga veloce e ultraveloce (contro il 46% nazionale). Oltre alla potenza del collegamento, però, bisogna anche aumentare gli investimenti per quanto riguarda la ricerca e sviluppo a sfondo green: la quota di imprese in possesso di brevetti considerati sostenibili a livello ambientale sono solo l’1,2% in Veneto.
«Per i piani di crescita delle imprese trivenete mettiamo in campo almeno 30 miliardi di euro, nell’ambito del plafond nazionale di 150 miliardi di euro, rinnovando l’azione congiunta con Confindustria. Dobbiamo consolidare la ripresa e fare in modo che sia diffusa nel tessuto produttivo, dando vita ad una economia strutturalmente più robusta, grazie al sostegno delle filiere che sono state un elemento di resilienza durante la crisi e oggi possono essere un propulsore per la ripartenza, agli investimenti nella transizione digitale e green e alla valorizzazione del capitale umano» – ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.