Covid, a via la seconda fase dello studio dell'ospedale di Negrar
Già 750 veronesi hanno detto «sì». A breve tutti i 1.515 cittadini coinvolti, 18 mesi fa, nella prima fase dello studio epidemiologico sul Covid coordinato dall’Ospedale di Negrar, verranno presto ricontattati. E a fine novembre sarà realizzata la seconda indagine, sugli stessi soggetti, un anno e mezzo dopo. Obiettivo stimare l’incidenza di infezione attiva oggi, rispetto ad aprile-maggio 2020, quantificare le persone che hanno sviluppato una risposta degli anticorpi grazie all’infezione o al vaccino, quanti hanno ricontratto il Covid e quali sono le patologie o le disfunzioni a lungo termine causate dal virus. Si tratta dell’unica indagine epidemiologica su campione statisticamente rappresentativo condotta finora in Italia.
La mattina del 15 novembre la seconda fase dello studio è stata presentata in Municipio a Verona. Anche il sindaco scaligero Federico Sboarina era presente alla presentazione, e molto soddisfatto ha dichiarato: «Questa seconda fase dell’indagine sarà fondamentale e ci darà risultanze importanti. I dati raccolti avranno anche un valore sociale e permetteranno agli amministratori di ponderare le decisioni in materia di sicurezza e sanità pubblica, ordinanze comprese. Come ripeto da giorni, anche se siamo nella fase di ripresa, e quindi ben vengano gli eventi, e le tante presenze in città, occorre responsabilità e attenzione. Mascherina e distanziamento vanno mantenuti. Ma avere degli strumenti scientifici ulteriori sarà determinante nella lotta contro il virus».
C’è eccitazione anche tra gli addetti ai lavori: «Uno studio interessantissimo – spiega Albino Poli, direttore del Dipartimento di Diagnostica e Sanità pubblica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona – che ci permetterà di capire meglio l’andamento dell’epidemia, così come la reale copertura immunitaria. L’Università di Verona è orgogliosa di fare parte di questo progetto e dell’unico monitoraggio statisticamente rappresentativo d’Italia»