Quando la burocrazia ostacola la transizione ecologica: lo studio di Cna Veneto

Il terzo Osservatorio sulla Burocrazia della CNA sul tema “Comune che vai burocrazia che trovi”, si è concentrato sulla transizione ecologica e sui relativi adempimenti, con l’obiettivo di restituire la realtà delle imprese con particolare attenzione sulle difficoltà legate alla burocrazia allegando proposte concrete da portare al legislatore.  Lo studio ha coinvolto alcune migliaia di imprese sul tessuto nazionale, tra le quali diverse imprese venete.

«Le PMI sono fondamentali per una green economy diffusa e funzionale, e per la riuscita del PNRR – afferma il Presidente CNA Veneto Moreno De Col –. Tutto il sistema produttivo soffre il peso della burocrazia che tuttavia grava in maniera diversa nei vari territori. Per questo è cruciale per le piccole e medie imprese potersi destreggiare tra i vari orpelli burocratici così da poter più liberamente investire in scelte sostenibili. Per perseguire gli obiettivi che l’Europa ci indica in tema di sostenibilità, non possiamo non considerare transizione ecologica e semplificazione burocratica come due facce della stessa medaglia. Senza un vero intervento in  tema di semplificazione normativa e amministrativa, infatti, non saremo mai in grado di eliminare quei colli di bottiglia che ostacolano il buon andamento dell’amministrazione prima e l’attuazione delle disposizioni sui temi della transizione sostenibile da parte dalle nostre imprese poi.»

Dove impatta maggiormente la burocrazia? Tutte le PMI sono vessate dalla burocrazia. Lo Studio CNA ha interpellato in particolare, per quanto riguarda le politiche di sostenibilità, un campione di impese di installazione di impianti e del comparto moda, due settori capofila nell’adozione di politiche di sostenibilità che restituiscono una reale fotografia dello stato delle piccole e medie imprese del Veneto.

Nello specifico, secondo l’analisi restituita dallo Studio, per l’attività di installazione di impianti, la normativa, prevalentemente di carattere tecnico, si è dimostrata farraginosa e di difficile interpretazione a livello dei diversi comuni e anche a livello regionale.

Per quanto riguarda la moda, la burocrazia impatta sull’intero ciclo produttivo di materie tessili, calzaturiere e della concia, in particolare per quanto riguarda gli adempimenti legati alla produzione (AUA e conferenza di servizi) e poi per quelli legati al fine vita degli scarti di lavorazione, la gestione e il recupero degli scarti di lavorazione.

Adempimenti che tendono ad aumentare nel tempo per tecnicismo e che si moltiplicano nonostante l’esistenza dei processi di digitalizzazione. Il che tradotto per le imprese, significa reperimento di risorse umane ed economiche dedicate, e, nel caso delle aziende più piccole, in alti costi di consulenza.

«È necessario utilizzare le opportunità offerte dal PNRR per realizzare una vera semplificazione – sottolinea il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon –. Per questo riteniamo che attivare una cabina di regia con la Regione per individuare gli ostacoli nei processi e snellire gli adempimenti burocratici sia una scelta obbligata.»

Un quadro d’insieme, quindi, che restituisce un groviglio di norme e procedure che appesantiscono le dinamiche interne alla impresa e i delicati equilibri con le amministrazioni locali. E se in taluni comuni il passaggio alla transizione ecologica e burocratico-digitale è fattibile e avviata, per altri risulta ancora meta lontana per il coesistere di situazioni particolarmente vetuste con pratiche smart di ultima generazione che talvolta convivono nello stesso territorio dimostrando come ogni comune sia, di fatto, un piccolo stato a sé.

A queste si aggiungono gli oneri informativi e amministrativi, le procedure lunghe e complicate, e le incertezze nei destinatari che spesso rinunciano ai benefici della transizione ecologica per non incorrere in sanzioni a causa di un quadro normativo poco chiaro.

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