La crisi del turismo peggiora nel 2021. In Veneto calo del 78% sul 2019
Dopo le ingenti perdite del 2020, stimate in -54,4% delle presenze dai dati definitivi di ISTAT e Banca d’Italia, il primo quadrimestre dell’anno in corso si è chiuso per il turismo veneto con un dimezzamento delle presenze rispetto al 2020.
I flussi di aprile si dimostrano in forte crescita, ma il termine di paragone è un analogo mese 2020 di chiusura. È opportuno, quindi, osservare anche le variazioni rispetto alla situazione pre-pandemia, che evidenziano sul 2019 un -78,5% delle presenze per l’intero quadrimestre: le presenze straniere sono praticamente annullate, quelle italiane dimezzate.
Tutte le destinazioni risentono del periodo di crisi, caratterizzato perlopiù dall’impossibilità di varcare i confini nazionali, regionali e fino a febbraio scorso anche comunali.
Le città d’arte hanno segnato le perdite numericamente più rilevanti: rispetto al 2019, 16,6 milioni di presenze in meno nel 2020 e altri 5 nel primo quadrimestre 2021.
Il comparto termale ha perduto 700mila pernottamenti nel Primo quadrimestre, rispetto allo stesso periodo del 2019, prima del Covid-19.
Per rendere l’idea, il lago di Garda, che solitamente accoglie notevoli turisti d’oltralpe durante le festività pasquali, ha perso nel primo quadrimestre 2021 un milione e 300mila presenze rispetto al 2019. Le località d’alta quota, nello stesso periodo, perdono circa 800mila presenze.
Per quanto riguarda gli alberghi, hanno avuto la possibilità di continuare l’attività anche durante le più forti chiusure imposte, a differenza delle altre strutture ricettive. La flessione registrata nel comparto alberghiero, dovuta alla pandemia e alla conseguente limitazione agli spostamenti, registra nel 2020 un crollo importante delle presenze (-60,8%), con il momento migliore nella stagione estiva, quando il 90% degli hotel sono aperti al pubblico e l’occupazione delle camere è del 51% (contro il 69% dell’anno pre-pandemia).
Delle perdite importanti in termini di presenze si sono certificate pure nel primo quadrimestre 2021: le strutture, infatti, hanno avuto un calo, rispetto allo stesso periodo del 2020, del -59,5% il comparto alberghiero e del -34,3% l’extralberghiero Tali riduzioni portano ora entrambe le strutture a registrare lo stesso numero di presenze.
Non pervenuto quasi completamente è il turismo straniero, tradizionalmente rilevante per la nostra Regione, come in nessun’altra italiana, che ha riguardato nel 2019 il 67,6% delle presenze totali del Veneto.
«Il turismo è sicuramente stato tra i più colpiti della pandemia tutt’ora in corso, con ripercussioni negative che coinvolgono direttamente anche tutto l’ampio indotto», ha commentato il vicepresidente di Confapi Venezia, con delega al turismo, Roberto Dal Cin. «L’impegno di questi mesi dei piccoli imprenditori e dell’Associazione di categoria come la nostra non deve essere indirizzato solamente alla rapida ripresa che sta avvenendo, ma nel contempo deve rivolgersi nell’individuare nuove soluzioni e creare innovative opportunità future da programmare e attuare, facendo rete nel territorio, consapevoli del fatto che anche il nostro settore non sarà più come siamo stati abituati a conoscerlo sin ora».