Cgia: in Veneto l'artigianato crolla col Covid

A causa del Covid lo stock complessivo delle imprese artigiane presenti nel Veneto continua a mostrare segni di grave difficoltà. Tra il 1° trimestre 2020 e il 2° trimestre 2021 il numero complessivo delle aziende artigiane è sceso di 794 unità, toccando, il 30 giugno scorso, quota 124.245. Se in questi 15 mesi le province di Treviso e Verona (entrambe con un saldo pari a +43) hanno registrato risultati positivi, critica è la situazione soprattutto a Venezia (-122) a Padova (-177), a Rovigo (-211) e a Vicenza (-347). Dati comunque in linea con quanto successo negli ultimi 10 anni; tra il 31 marzo 2011 e lo stesso giorno di quest’anno il numero totale delle imprese artigiane nel Veneto, infatti, è sceso di 18.105 unità.

Veneto maglia nera

A rivelarlo sono i dati della CGIA di Mestre. Al netto dei risultati riportati dalla Toscana (-1.531 imprese) e di gran parte delle regioni della cosiddetta dorsale adriatica (che includono anche il Veneto e il Friuli Venezia Giulia) , tutte le altre regioni hanno registrato un saldo positivo. A livello nazionale lo stock è aumentato di 7.664 unità, portando il numero complessivo delle imprese artigiane presenti in Italia a toccare quota 1.292.685 (vedi Tab. 2). «Difficile giustificare questa performance così positiva che ha riguardato soprattutto le regioni del Sud», spiega la CGIA. «Non è comunque da escludere che in alcune parti del Paese la copiosa nascita di moltissime aziende artigiane sia stata “condizionata” dai requisiti richiesti dal legislatore per ottenere i contributi a fondo perduto messi a disposizione sia dal Governo che dalle Regioni alle aziende in difficoltà».

Più in generale, nel mondo del lavoro il Covid ha colpito soprattutto i lavoratori autonomi. Tra febbraio 2020, mese che precede l’avvento della crisi pandemica, e giugno di quest’anno 1 , l’Italia ha perso 470mila occupati; di questi, ben 378mila (pari a oltre l’80 per cento del totale) sono lavoratori indipendenti. Un esercito costituito prevalentemente da piccoli commercianti, esercenti, collaboratori e tantissimi liberi professionisti che, a seguito delle difficoltà patite in questo ultimo anno e mezzo, sono stati costretti a chiudere l’attività. Tra i lavoratori dipendenti, invece, il numero complessivo degli occupati è sceso di “sole” 92mila unità.

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