La minaccia del Bostrico: boschi veneti in pericolo a causa di un insetto xilofago

I boschi colpiti dalla tempesta Vaia, in particolare gli alberi abbattuti e rimasti a terra, devono fare i conti con un insetto che sta creando forti preoccupazioni. Si tratta del Bostrico (Ips typographus), un insetto scolitide “xilofago” (ovvero ”mangiatore di legno”), le cui larve si sviluppano e si alimentano sotto la corteccia degli abeti rossi in precarie condizioni di salute, compromettendone definitivamente la possibilità di ripresa.

La consapevolezza che eventi traumatici come Vaia si stanno ripetendo in tutta Europa con frequenza maggiore rispetto al passato rende inevitabile agire attraverso attente valutazioni dell’evoluzione delle “foreste di domani”, al di là delle azioni di contenimento e di lotta. Per quelle in situazione di equilibrio, la presenza del Bostrico è un “meccanismo naturale”; equilibrio che però è venuto meno in diverse aree dei boschi dell’arco alpino orientale colpiti dalla tempesta di fine 2018 e dagli schianti da neve dello scorso inverno, dove si sono create le condizioni favorevoli per la sua diffusione. Il fatto più allarmante è che in queste particolari situazioni lo scolitide si diffonde anche sulle piante apparentemente sane.

Da qui l’allarme degli esperti che evidenziano come, in particolare durante questi ultimi mesi estivi, i danni provocati dal Bostrico si sono fatti molto evidenti, mostrando vaste chiazze di bosco ingiallite dovute alle piante sofferenti o già morte. Dalle Dolomiti bellunesi ai comprensori forestali di Friuli, dai boschi del Trentino a quelli dell’Alto Adige i danni provocati dallo xilofago sono sotto gli occhi di tutti.

Come non bastasse, i lunghi periodi di siccità che si sono registrati negli ultimi mesi, tra l’altro sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, hanno favorito ulteriormente la riproduzione e la diffusione del piccolo ma dannoso insetto.

Le azioni di contrasto

La Regione Veneto, di concerto con le Amministrazioni contermini, ha attivato un vasto programma di monitoraggio, utile a definire i contorni del danno e a stabilire le migliori strategie di lotta.

Ad esempio, nella Foresta demaniale Regionale di Giazza (VR) e in quella del Cansiglio (BL-TV), gestite dall’Agenzia regionale Veneto Agricoltura, dove dal 2020 si è assistito ad un progressivo aumento della presenza del Bostrico evidenziato dal diradarsi ed arrossarsi delle chiome degli abeti, accanto ad un attento monitoraggio delle superfici colpite sono state definite, d’intesa con la Regione Veneto e l’Università di Padova, due diverse strategie di lotta, allo scopo di contenere per quanto possibile l’infestazione.

In Cansiglio (BL-TV), maggiormente colpito dai danni di Vaia e dagli schianti per neve, pur se a macchia di leopardo, si sta procedendo con un approccio più diretto, anche in ragione di una minor incidenza del Bostrico. In pratica, si stanno rinforzando le attività di monitoraggio sia mediante osservazione diretta da parte degli operatori di Veneto Agricoltura, che costantemente percorrono la foresta, sia con l’analisi di foto aeree e satellitari. In questo caso, si procede con l’identificazione dei nuclei colpiti e gli interventi necessari a isolare l’infestazione con il taglio e l’allontanamento, curato dalle imprese boschive locali, delle piante morte o deperienti, peraltro in gran parte ancora commerciabili. Gli esperti dell’Agenzia regionale ricordano che queste infestazioni mostrano di avere un andamento ciclico, ma purtroppo non è facile prevedere la tempistica del loro esaurimento. Non esistendo forme di lotta che consentano l’eradicazione del problema, risulta dunque fondamentale proseguire con un’azione di stretta collaborazione fra proprietari e gestori dei boschi e il mondo della ricerca.

Nella Lessinia veronese della Foresta demaniale regionale di Giazza è in corso invece una prova di contrasto al Bostrico in due siti (“buche”) interessati dagli schianti. Dopo la rimozione degli alberi danneggiati che già mostravano la presenza dell’insetto, Veneto Agricoltura, assieme al dipartimento DAFNAE-Entomologia dell’Università di Padova, sta mettendo in atto un sistema di lotta chiamato “push and pull” che prevede l’uso combinato di sostanze repellenti e di feromoni (sostanze attrattive). Nello specifico, i dispositivi contenenti i feromoni vengono posizionati dal personale tecnico dell’Agenzia in apposite “trappole” al centro della “buca” mentre sulle piante che ne costituiscono il bordo si collocano i repellenti.

La logica dell’intervento è quella di attirare gli insetti nella “buca” ed impedirne una nuova dispersione verso l’esterno respingendoli nuovamente verso l’interno. Al contrario di altre aree pesantemente colpite, sembra che nel contesto di Giazza questa tecnica stia ottenendo un discreto successo.

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