Afghanistan, la proposta degli industriali veneti: «Accogliamo i profughi creando posti di lavoro»
«La complessa e repentina evoluzione della situazione in Afghanistan, pone tutto l’Occidente di fronte ad uno scenario geopolitico imprevisto e imprevedibile. A prescindere dal giudizio politico sugli accadimenti, che ciascuno può legittimamente esprimere, l’Europa e il nostro Paese non possono voltarsi dall’altra parte e rimanere indifferenti rispetto ai profili umanitari che la vicenda afghana sta assumendo».
Anche gli industriali veneti lanciano l’allarme sulla situazione in Afghanistan. A prendere la parola è il presidente di Assindustria Venetocentro, Leopoldo Destro.
«In particolare, non si possono non tenere in considerazione il punto di vista umanitario e il rispetto dei diritti umani, delle donne e dei bambini e di tutti coloro che, in questi anni, hanno collaborato con i paesi occidentali (tra cui il nostro) con l’obiettivo di favorire l’introduzione in Afghanistan di diritti universali come il diritto alla salute e all’istruzione, la tutela dell’infanzia e delle donne», si legge nella nota di Assindustria diffusa giovedì 19 agosto.
«Per queste ragioni, principalmente umanitarie, ci sentiamo coinvolti e chiamati in causa, come cittadini e come sistema imprenditoriale, nel non lasciare soli e nel non tradire la fiducia di coloro del popolo afghano che hanno visto nella nostra presenza in quel territorio un segnale di speranza collaborando all’affermazione di questi diritti. Tutte persone che oggi potrebbero trovarsi esposte a ritorsioni, repressioni e privazione delle libertà fondamentali».
Destro propone la creazione di corridoi umanitari “occupazionali”, per garantire un posto di lavoro ai profughi che verranno accolti sul territorio.
«Partendo da queste considerazioni, negli ultimi giorni abbiamo avuto contatti con la Presidenza del Consiglio per approfondire tempi e modi di possibili iniziative a sostegno di questa parte della popolazione afghana. Una volta conosciute le necessità, l’obiettivo è quello di verificare – assieme alle imprese associate sensibili a queste problematiche – se ci siano le condizioni per creare occupazione ed accoglienza per qualche profugo o famiglie afghane che in questi anni abbiano collaborato con la nostra ambasciata, con i corpi diplomatici, militari e umanitari e che, per le competenze che hanno maturato e per la condivisione dei nostri valori, possano essere inseriti nelle nostre imprese e nelle nostre comunità».
Nelle prossime settimane saranno approfondite queste possibilità e le modalità tramite l’Ambasciata e la Presidenza del Consiglio.