Pfas, ecco «Cattive acque»: in un libro i risvolti psicologici del disastro ambientale

«Cattive acque. Contaminazione ambientale e comunità violate» è il titolo del libro edito da Padova University Press (2021) a cura di Adriano Zamperini e Marialuisa Menegatto. Per decenni le falde del Veneto sono state inquinate con sostanze chimiche dannose per la salute, i Pfas. Un disastro che ha contaminato acqua, alimenti e almeno 350mila persone.  La contaminazione che da oltre 50 anni sta violentando le terre delle province di Padova, Verona e Vicenza è invisibile, i campi e gli allevamenti si susseguono vicino alle strade che portano alla zona rossa, il triangolo avvelenato.

Per squarciare il velo di indifferenza e ignoranza sulle condizioni di vita delle comunità colpite da questo inquinamento, per tre anni, un gruppo di studiosi dell’Università di Padova, coordinati dal Prof. Adriano Zamperini e dalla Dott.ssa Marialuisa Menegatto, hanno girato nelle aree contaminate e fatto domande a donne e uomini che vivono nella zona rossa. Persone accomunate da una sofferenza irriducibile a parametri epidemiologici. Hanno letto centinaia di documenti e rapporti scientifici, preso appunti, registrato interviste e ascoltato parole di rabbia e sconforto. Hanno cercato cittadine e cittadini che si sentissero chiamati a confrontarsi con un simile evento, davanti a se stessi, alla famiglia e alla propria comunità. Per cercare di capire cosa vuol dire l’avvelenamento del tempo di vita.

Un libro di psicologia sociale

«Il nostro progetto di ricerca ha lo scopo di indagare l’impatto della contaminazione ambientale da Pfas su famiglie e intere comunità. Gravi sono le conseguenze dirette di queste sostanze chimiche sulla salute: tumori, disturbi renali, malattie cardiovascolari e respiratorie, sterilità, patologie neonatali e altro ancora. Ma pure i costi sociali indiretti sono estesi, sebbene più difficili da individuare e calcolare – dice Adriano Zamperini, Professore di Psicologia della violenza, Psicologia del disagio sociale, Relazioni interpersonali all’Università di Padova-. Essi includono un deterioramento della qualità della vita, l’aumento dello stress psicosociale, ansia e depressione. Molto spesso questi costi indiretti vengono rimossi insieme alla rimozione delle vittime dei disastri ambientali. Il nostro obiettivo è quindi dare visibilità a questi costi sociali e contemporaneamente alle donne e agli uomini che devono sopportarli. Lo sviluppo della conoscenza sui costi indiretti della contaminazione da Pfas – sottolinea Zamperini –  permetterà, da un lato, di aiutare concretamente le vittime di questa violenza ambientale e, dall’altro, consentirà di informare al meglio i decisori politico-amministrativi sulle stringenti e impellenti questioni ambientali».

«Cattive acque. Contaminazione ambientale e comunità violate» è un libro di psicologia sociale. Non è la storia dell’avvelenamento dell’acqua e dei corpi, parla invece dell’avvelenamento della mente e delle relazioni umane. Non tratta di territori contaminati ma di comunità contaminate. Di fronte a un fenomeno di violenza ambientale, parla di ciò che è meno noto: la gestione psicologica dei danni biologici subiti, il deterioramento della qualità della vita, il senso di colpa delle madri per aver trasmesso la sostanza nociva ai loro figli durante la gravidanza, la responsabilità dei genitori nei confronti della salute dei figli, l’impotenza e l’incertezza di fronte a malattie che potrebbero manifestarsi in futuro, lo stigma ambientale che ha colpito il territorio inquinato e l’eredità tossica lasciata alle future generazioni. Con le parole introduttive di Telmo Pievani: «Questo libro ci aiuta a evitare che i composti perfluoroalchilici impermeabilizzino, oltre che le pentole e le giacche a vento, anche le nostre coscienze».

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