Delcon, la vision di Barbara Sala: «L'innovazione da noi è un processo culturale»

Rivoluzionare la cultura aziendale per innovare e crescere. È il cambio di passo che Delcon ha deciso di intraprendere alcuni anni fa e che l’ha trasformata da Pmi tradizionale a innovativa: «Stiamo facendo in modo che l’innovazione in Delcon diventi un processo culturale, un’attitudine in tutti i settori – spiega la Ceo Barbara Sala -. Vogliamo creare un nuovo Dna e una nuova cultura aziendali».

Non si tratta solo innovazione di prodotto, dunque?

Assolutamente no. L’innovazione nasce dal coinvolgimento dei collaboratori. Per questo coinvolgiamo tutti a 360 gradi nel cambiamento partendo da iniziative come Delcon People, un progetto di comunicazione ideato con Blum, società di consulenza e comunicazione, in cui i dipendenti stessi si raccontano e raccontano i cambiamenti in azienda.

Quale è stato il calcio d’inizio di questa nuova strategia?

Il primo progetto importante realizzato in quest’ottica è stato lo sviluppo della bilancia Milano. Abbiamo cambiato il modo in cui sviluppiamo i nostri prodotti coinvolgendo i designer di Cefriel, lavorando sulle necessità degli operatori del New York Blood Center che utilizzano i device e migliorando la user experience grazie a un design ergonomico e alla tecnologia. Questa diventa abilitatrice di come il dispositivo viene usato, di un’esperienza utente diversa e migliore.

Quali difficoltà avete incontrato?

Cambiare mindset non è un processo semplice: hai sempre fatto le cose in un determinato modo, devi metterlo in discussione e chiederti: come posso fare meglio? Bisogna lavorare in ottica “continuous improvement” e questa deve diventare una pratica quotidiana. Mettere in discussione procedure e processi. Abbiamo lavorato molto su nostri processi di service anche spinti dal fatto che i mercati stanno cambiando. Abbiamo studiato come modificare l’esperienza di service per dare il più possibile un servizio buono al cliente, fare meno manutenzioni possibile e fare in modo che, se si devono fare, i processi di manutenzione siano un’ottima esperienza.

Questo si riflette anche nella progettazione e realizzazione dei device?

Stiamo studiando dei device che si rompano il meno possibile e che, quando accade, rendano la user experience del cliente sempre più semplice. Stiamo cercando di eliminare le ridondanze nei processi per snellirli ed essere più efficienti e veloci. Come ridurre il flusso di mail con il cliente? Come limitare il monte ore delle persone coinvolte? Il processo di rinnovamento punta a ridurre al minimo i re work per diminuire la dispersione. Un altro aspetto importante è l’attenzione alla riduzione dei costi, mantenendo la qualità dei nostri dispositivi, come richiede il mercato. Proviamo a darci obiettivi di miglioramento su base annuale e a rispettarli.

I processi di innovazione, oggi, impongono di aprire l’azienda verso l’esterno: come si muove Delcon?

Abbiamo creato un laboratorio di innovazione aperta, Delcon Lab, in cui mettiamo a disposizione i nostri processi ad aziende e startup. Ci siamo aperti all’esterno non solo in ottica di co-sviluppo e collaborazione, ma avvicinandoci a startup italiane e internazionali che abbiano un valore strategico e di integrazione con i prodotti e la mission di Delcon. Il nostro metodo è investire in fase super seed con l’idea di incubarle e aiutarle a fare i primi passi, per operare una sinergia tra prodotti ed expertise che abbiamo noi e quelli che hanno loro. Abbiamo per esempio partecipato a un round di investimento in Fybra,  sensore in grado di migliorare la qualità dell’aria nei luoghi chiusi, come classi e uffici, segnalando grazie ad algoritmi predittivi e adattivi quando arieggiare per disperdere virus, CO2 e inquinanti, con un avanzato sistema di monitoraggio attraverso app e dashboard proprietarie. Ora stiamo mettendo a terra altri investimenti in startup internazionali.

 

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