Sviluppare app al liceo: il progetto di formazione promosso da Assindustria Venetocentro
Diventare sviluppatori di app aziendali già al liceo scientifico. È questa l’esperienza vissuta da 54 studenti padovani e trevigiani grazie al progetto «Information technology e project management» promosso dal Club BIT di Assindustria Venetocentro attraverso un project work su un progetto informatico.
Agli studenti delle classi 4F e 5F del Liceo Scientifico Curiel di Padova e delle classi 4B, 4GL, 4M del Liceo Scientifico Da Vinci di Treviso è stata assegnata come “compito di realtà” la creazione di un’app capace di erogare videocorsi al personale aziendale, attraverso un percorso educativo-esperienziale coerente con gli obiettivi dell’alternanza scuola-lavoro (Pcto) e l’indirizzo in scienze applicate dei due licei.
Il progetto
Il progetto si è svolto da ottobre a marzo per un totale di 30 ore, con il coinvolgimento attivo degli studenti, formazione in project management, l’utilizzo di competenze informatiche, lo sviluppo di soft skills grazie alla simulazione di un tipico contesto lavorativo.
Con il tutoraggio da remoto di sei IT manager, i giovani hanno proposto 6 app, sperimentandosi nella redazione di project chart, gannt del progetto, stima di tempi e costi, demo. Tra questi, sono stati selezionati i progetti più creativi e innovativi e i più funzionali. A vincere il Premio Creatività è stato il team del Liceo Da Vinci di Treviso formato da Giacomo Lucherini, Andrea Baldassin, Riccardo Biscaro, Francesco Bredariol, Edoardo Cinquini, Veronica De Rossi, Giorgia Spigariol, Massimo Tosello, Sofia Vercelli. Ad aggiudicarsi il Premio Professionalità il team del Liceo Curiel di Padova con Giulia Cortelazzo, Giulio Cavinato, Gianmarco Da Molin, Freddy Ebaba, Lorenzo Gallo, Simone Pietrogrande, Alessandro Rotondo. Due le Menzioni speciali assegnate per la miglior Demo: al team trevigiano di Pietro Pozzobon, Margherita Bonan, Giulia Daniel, Paolo Buso, Federico De Rocco, Marco Libralato, Camillo Cars, Davide Ciotti, Filippo Corradi; e al team del liceo padovano formato da Leonardo Bilato, Andrea Precoma, Francesco Mazzucato, Angela Lucietto, Davide Pallaro, Tommaso Canella.
A promuovere il percorso il Club BIT di Assindustria Venetocentro, una comunità di IT manager di aziende manifatturiere, con l’obiettivo di accrescere attraverso occasioni di formazione, confronto e condivisione, la rete di conoscenze informatiche nelle aziende del territorio, con una collaborazione costante con il mondo della scuola. Una realtà che, nata a Treviso nel 1994, si è allargata a Padova e ad altre province. La premiazione si è svolta nei giorni scorsi nel corso di un incontro organizzato da Assindustria Venetocentro che ha visto la partecipazione di Francesco Nalini Consigliere delegato Assindustria Venetocentro per l’Education, Alberto Fedalto Presidente Club BIT, i Dirigenti scolastici Michela Bertazzo del Liceo Curiel e Mario Dalle Carbonare del Liceo Da Vinci. La proclamazione è stata l’occasione per approfondire i temi del digital learning con le testimonianze di Filippo Baretta di Skilla, tra le prime 30 società internazionali di digital learning in Europa, Marianna Marcuzzo di Smile to Move, società trevigiana specializzata in percorsi formativi aziendali per il miglioramento dei risultati di vendita, Alberto Mercurio di UNIeF, ente di formazione trevigiano di Assindustria Venetocentro.
Nalini: «Competenze digitali fondamentali»
«Le competenze digitali sono sempre più strategiche per l’inserimento e la crescita professionale in qualsiasi contesto lavorativo – ha sottolineato Francesco Nalini -. Con questo progetto i ragazzi hanno sperimentato quanto il digital learning, vissuto con la Dad da 14 mesi, sia particolarmente utilizzato dalle imprese, mettendosi in gioco con una modalità di apprendimento che combina la necessaria preparazione teorica con la conoscenza di esperienze aziendali concrete per allenare competenze tecniche e trasversali. Capacità organizzative, di ascolto e mediazione, rispetto dei ruoli e dei tempi, concentrazione al risultato, skills che saranno un bagaglio fondamentale nel loro percorso di studio e professionale dopo i banchi di scuola o universitari».
«Il project work dà agli studenti la possibilità di comprendere meglio l’ampio perimetro che circonda un progetto informatico – ha sottolineato Alberto Fedalto – in particolar modo in un periodo storico come questo, dove nelle aziende è in atto un forte cambiamento, culturale, tecnologico e organizzativo, legato alla digital transformation. Questa esperienza li aiuta a capire che il successo del progetto non è dato solo dal buon funzionamento del software, ma dal lavoro di squadra, la comprensione delle richieste del committente e del contesto applicativo, la corretta valutazione di tempi e costi. I ragazzi, partendo da una reale esigenza aziendale, vengono incoraggiati ad adottare un approccio da start up, per sviluppare qualcosa di innovativo grazie alle nuove tecnologie digitali».
LAVORI GRATIS IN CASA
Molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio, che è tornato a farsi sentire fortemente in questi giorni. Sul fronte sgravi, vi diamo due buone notizie: