Allarme caldo per l'agricoltura veneta: campi sottoposti a forte stress idrico

Il perdurare delle alte temperature ha provocato lo stress idrico per le grandi colture in campo.  Segnalato l’avvio delle irrigazioni di soccorso per mais, soia e barbabietole. La situazione, fa sapere Coldiretti Veneto in una nota, richiede frequenti interventi irrigui, dove il terreno non è raggiunto dalla rete idrica, l’operazione viene attuata attingendo acqua dai canali o altri corsi intervenendo con i “rotoloni”. Per questa ragione gli agricoltori sostengono maggiori costi legati al carburante e alle attrezzature.

Caldo aggressivo, ma la pioggia non manca

La situazione non è ancora di allarme, grazie alle piogge di maggio (+48% rispetto alla media) e alle cospicue riserve nivali accumulate durante l’inverno e fino alla tarda primavera sui monti: dunque  la disponibilità idrica per le irrigazioni, in Veneto, è sotto controllo perché a  giugno, nonostante l’ ondata di calore, nei primi 15 giorni è piovuto il 30% delle precipitazioni medie attese e, considerate le riserve gli imprenditori agricoli possono ancora far fronte alle emergenze.

Per questa ragione, il PNRR ha previsto investimenti per attuare il risparmio irriguo ma deve essere affrontato anche il tema della estensione della rete irrigua con sistemi sempre più efficienti. Gli enti di bonifica sono in grado di attuare questi progetti, come è stato dimostrato con il Piano irriguo nazionale. Il balzo delle temperature sta favorendo anche il diffondersi degli insetti fastidiosi per gli uomini e dannosi per le coltivazioni come la cimice asiatica e il moscerino dagli occhi rossi, particolarmente temuti dai produttori ortofrutticoli per le perdite dei raccolti che possono provocare.

Nonostante le variazioni climatiche l’Italia resta un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto. Il Veneto recupera solo il 5% dell’acqua piovana: rispetto alla media nazionale il dato è preoccupante e dimostra quanto bisogno ci sia di investimenti in questo campo. Senz’acqua non c’è agricoltura. In Veneto sono irrigati 600mila ettari della SAU. Per questa ragione vanno assicurate le portate delle concessioni idriche, attuando il risparmio irriguo, ammodernando la rete e realizzando nuovi invasi utilizzando le cave dismesse e i bacini. I fenomeni straordinari con alluvioni e stagioni monsoniche impongono il grande tema della sicurezza idraulica che si attua con il governo dell’acqua dei comprensori di bonifica (1,15 milioni di ettari).

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Molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio, che è tornato a farsi sentire fortemente in questi giorni. Sul fronte sgravi, vi diamo due buone notizie:

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