Il granchio reale blu insidia la pesca veneta: a rischio seppie, gamberi e moeche

Pesca, ecosistema lagunare in difficoltà: seppie, gamberi e moeche insidiate dal granchio blu reale, a rischio le specie ittiche autoctone. Il fenomeno è allo studio della Scuola di Pesca della Coldiretti. Il granchio reale blu originario dei fondali dell’Atlantico Occidentale colonizza le acque della Laguna: «gli esemplari aumentano – dicono i pescatori – favoriti dalle correnti più calde tanto da insidiare anche le moeche veneziane».

Pericolo granchio blu: i rischi

Il pericolo ha un nome scientifico Callinectes Sapidus ed è una specie invasiva. Da alcuni anni è ormai presente nel Mar Adriatico dove grazie al surriscaldamento globale ha trovato il suo habitat ideale. Trasportato dalle grandi navi che solcano gli oceani si riproduce in fretta, una femmina dicono i ricercatore depone milioni di uova, e non ha predatori che lo contrastano. Divorano gamberi, latterini, seppie, spigole e orate.

I danni sono rilevanti anche per l’attività degli operatori del settore: le chele come tenaglie strappano le reti danneggia i letti di alghe che servono da vivai per i pesci locali, divora le cozze e le lumache che costituiscono il loro cibo e ingoia i giovani più facili da catturare.

Tra le cause il riscaldamento globale

«Il riscaldamento globale sta creando le condizioni per la presenza di specie esotiche in luoghi nei quali le temperature ancora alcuni anni fa non le erano favorevoli. Fenomeni preoccupanti per gli operatori del settore – commenta Coldiretti Veneto – in particolare per i pochi che si occupano ancora delle moeche, i teneri granchi che due volte all’anno hanno il cambio della muta».

«Queste prelibatezze rischiano l’estinzione – commenta ancora Coldiretti Veneto, che ha presentato un progetto sui fondi Feamp per l’avvio di una “Scuola di Pesca” al fine di studiare anche questi fenomeni oltre che ad incentivare una professione che può essere ancora competitiva per le nuove generazioni. L’impianto progettuale prevede la collaborazione dei docenti dell’Università di Padova, ricercatori ed esperti in grado di dare nuovi strumenti per sviluppare occupazione e studiare innovative modalità per affrontare in chiave ecosostenibile le  prospettive dell’acquacoltura veneta».

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