Nuovo decreto governo Draghi: «quasi» lockdown tutto aprile, scuole in presenza fino la prima media

Il nuovo decreto «31 marzo» del governo Draghi è stato approvato ieri 30 marzo dal Consiglio dei Ministri: misure valide dal 7 al 30 aprile.  Sparisce la zona gialla, si torna in classe fino alla prima media e i governatori non potranno più chiudere le scuole. Il nuovo decreto 31 marzo 2021 del governo Draghi: l’Italia rimarrà in lockdown soft per un mese dopo la zona rossa a Pasqua e Pasquetta 2021. Anche se la norma prevede deroghe per le regioni virtuose insieme alle riaperture legate ai vaccini. Ma l’Italia resta chiusa fino a nuovo ordine in zona rossa e arancione. Soltanto i territori che saranno anche in regola con le somministrazioni dei vaccini potranno riaprire.

Il Veneto nel monitoraggio di domani 2 aprile spera di rientrare in zona arancione dopo le ultime settimane in rossa: i dati sono sotto la soglia di rischio prevista per la massima fascia previdenziale, ma dipenderà tutto dalla linea perseguita dai tecnici: non è da escludere la massima prudenza e il mantenimento della regione in zona rossa. «Il numero dei contagi è ancora elevato e la curva dei ricoveri continua a crescere, anche se meno velocemente che nell’ultima ondata, ma la preoccupazione resta massima. Siamo, come regione, entrati nella fase 4. Ci sono delle province che hanno incidenza minore, stiamo monitorando la questione con i direttori delle varie Ulss per continuare l’attività di contact racing anche in considerazione delle varianti» questo il commento di Zaia.

I dettagli del decreto Draghi

Scompare la zona gialla per un mese, resta il week end rosso di Pasqua con deroga per fare visita ad amici e parenti una sola volta al giorno. La deroga scompare per tutto il resto del mese a chi sarà in zona rossa. Mentre lo scudo penale per i medici vaccinatori e l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e di farmacia della ministra della Giustizia Marta Cartabia non soddisfa l’Ordine dei Medici, secondo il quale era necessario allargare lo scudo penale anche ai medici di corsia.

Il decreto per contenere i contagi da Covid 19 sarà in vigore dal 7 al 30 aprile. L’Italia resterà in fascia arancione e rossa, ma nel testo c’è un passaggio che consente la riapertura di alcune attività dove la curva epidemiologica sarà in discesa. Nel provvedimento non sono indicate date ma è possibile che dopo due settimane, dunque a partire dal 20 aprile, ci sia una rivalutazione delle misure soprattutto per quanto riguarda i bar e i ristoranti a pranzo, che invece adesso dovranno rimanere chiusi per l’intera giornata con la possibilità di asporto e consegna a domicilio.

Le limitazioni

Le riaperture 
Andamento della curva epidemiologica e della campagna vaccinale: sono i due parametri per decidere le possibili riaperture. Per questo nel decreto legge viene specificato che «in ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale, con particolare riferimento alle persone anziane e alle persone fragili, con deliberazione del Consiglio dei ministri, sono possibili determinazioni in deroga al primo periodo e possono essere modificate le misure stabilite dal provvedimento».

Autocertificazione 
Servirà l’autocertificazione per uscire dalla propria regione «sull’intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione».

Le visite a parenti e amici
Nelle zone che si trovano in fascia arancione «è consentito, in ambito comunale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone con disabilità o non autosufficienti conviventi». Le visite «non sono invece consentite nei territori nei quali si applicano le misure stabilite per la zona rossa».

Concorsi per gli enti pubblici
Nel decreto è previsto lo sblocco dei concorsi (circa 110 mila posti) con una prova scritta e una prova orale per il reclutamento di personale non dirigenziale. I candidati dovranno produrre un test antigenico negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.

Scudo penale per i medici 
Lo «scudo penale» previsto dal decreto riguarda le lesioni o il decesso di un paziente avvenuto in seguito all’inoculazione della dose. E dunque «per quanto previsto dagli articoli 589 e 590 del codice penale verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino la punibilità è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attività di vaccinazione».

Scuole in presenza
In tutta Italia tornano in presenza le scuole fino alla prima media, governatori e sindaci non potranno chiuderle. A meno che un territorio venga a trovarsi in situazioni di particolare gravità, come può accadere per la forza di una variante del Covid. In zona rossa gli alunni dalla seconda media in su potranno frequentare solo a distanza. Invece in zona gialla e arancione «il secondo e terzo anno della scuola secondaria di primo grado si svolgono integralmente in presenza e le secondarie di secondo grado garantiscono l’attività in presenza dal 50 al 75%».

Seconde case 
Il nuovo decreto conferma la possibilità di rientro nell’abitazione e dunque consente di andare nelle seconde case anche se i trovano in zona rossa. I governatori e i sindaci potranno però emettere ordinanze restrittive. Può andare nella seconda casa soltanto il nucleo convivente e soltanto se la casa è disabitata. Non si può andare nella seconda casa con amici e parenti. Può andare nella seconda casa soltanto chi dimostra di averne avuto titolo (quindi ne è proprietario o affittuario da una data antecedente al 14 gennaio 2021).

Sospensione per i sanitari no vax
Medici, infermieri e farmacisti sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita. La regione è obbligata a trasmettere alle Asl i nominativi dei soggetti che non risultano vaccinati. Entro 5 giorni l’interessato deve presentare la documentazione poi scatta «la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali».

LAVORI GRATIS IN CASA

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