Veneto zona arancione (ancora): la salvezza è il vaccino monodose

La domanda non è se accadrà, ma quando: Veneto zona arancione probabilmente già da lunedì 8 marzo. Come vi avevamo anticipato, i dati che circolano rischiano di condannare il Veneto: a confermarlo è stato lo stesso governatore Luca Zaia. «I contagi sono in aumento, l’Rt quindi crescerà: siamo a rischio zona arancione». Ribadendo poi, ancora una volta, la sua valutazione sulle scuole. «Chiuderle solo quando si è in zona rossa è come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Serve quindi un fermo prudenziale», già con Veneto zona arancione.

Veneto zona arancione, la speranza nel vaccino monodose

Non c’è quindi tanto da girarci intorno: l’unica vera arma esistente per combattere il virus è il vaccino. Altrimenti si andrà avanti fra chiusure e timide aperture, senza soluzione di continuità. Ma il piano vaccinale non procede spedito. Al momento sono 118.383 le persone vaccinate in Veneto, su un totale di quasi 5 milioni di abitanti. Si capisce quindi come, di questo passo, si arriverà all’immunità di gregge (70% di persone vaccinate) non prima di fine 2022. Ve lo immaginate Veneto zona arancione per altri due anni? Un po’ dura come prospettiva. Per questo motivo si attende una possibile mossa del nuovo premier Mario Draghi. Nonostante la resistenza di una buona parte del mondo medico, si pensa a raddoppiare i vaccini in una mossa sola. Come? Facendo intanto una dose sola. Al richiamo ci si penserà quando lo si potrà fare. Che sia un’idea realmente percorribile, lo si scoprirà probabilmente solo fra qualche giorno: ma pare che il vaccino monodose sia l’unica possibilità reale per accelerare la campagna vaccinale.

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