La scelta di Draghi sulla scuola: in classe tutto giugno, a settembre 120mila nuovi insegnanti

Il premier con riserva Mario Draghi ha già cominciato a ragionare seriamente sul piano scuola che intende adottare durante il suo mandato e, nonostante un governo non ancora nato, iniziano a circolare indiscrezioni su quelle che saranno le sue prime mosse nel campo dell’istruzione.

Allungare il calendario scolastico e diminuire le cattedre vacanti per il prossimo settembre, che nell’anno scolastico in corso hanno raggiunto livelli da primato: questi i due punti principali presentati da Mario Draghi ai partiti minori nel secondo giro di consultazioni per il governo. Considerazioni semplici e con al centro lo studente, da sempre protagonista delle oratorie dell’ex presidente della BCE.

Draghi e il piano scuola: in classe fino a fine giugno

Il presidente del Consiglio con riserva ha caldeggiato l’idea di un mese in più di lezioni in classe: «Le scuole italiane sono rimaste chiuse più che nel resto d’Europa», ha sottolineato durante gli incontri ai partiti. A questo punto è ipotizzabile una finale dell’anno scolastico a fine giugno con l’avvio in contemporanea di una Maturità rimandata di due settimane. Oltre non si può andare sia per il caldo, che per le scadenze dei test universitari.

Molti docenti sono contrari a questa soluzione sostenendo il valore della didattica a distanza svolta durante l’anno. Tuttavia le continue chiusure e riaperture e l’incertezza del periodo hanno sicuramente influito sugli insegnamenti che sono già stati certificati come meno efficienti del sistema tradizionale in presenza.

Servono 120mila nuovi insegnanti

Altro tema, l’assunzione di insegnanti: per la ripartenza servono 120 mila insegnanti in più. E un rinnovo del contratto di lavoro. Il nuovo governo deve ripartire dall’arruolamento, e deve farlo in fretta. La strada maestra sono i concorsi: quello straordinario riprenderà il 15 febbraio, ma siamo su numeri bassi, 32 mila nuovi docenti in ruolo.

Ci sono due bandi ordinari, alle viste, poi. E in questo caso sarà necessario un impegno serio di una macchina ministeriale funzionante, affinché i concorsi e le assunzioni si risolvano in tempi brevi.

 

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