Covid: via libera ai test rapidi di ultima generazione, il Veneto canta vittoria

Covid, il Ministero della Salute ha annunciato un parziale via libera all’uso dei test antigenici rapidi per accertare la positività o negatività al virus. Questo prevede la nuova circolare del Ministero della Salute che segue le richieste delle Regioni e che consentirà di inserire nel conteggio giornaliero dei test anche quelli rapidi.

Apertura a metà, però, in quanto il Ministero ribadisce che il ‘gold standard’ restano i tamponi molecolari e solo i test antigenici di ultima generazione si avvicinano a quel livello di affidabilità. Per questo il Ministero raccomanda «il ricorso a test antigenici rapidi che abbiano i seguenti requisiti minimi di performance: ≥80% di sensibilità e ≥97% di specificità».

Il test antigenico rapido (preferibilmente test antigenici a lettura fluorescente o ancor meglio test basati su immunofluorescenza con lettura in microfluidica) andrà eseguito il più presto possibile e in ogni caso entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi.  In caso di eventuale risultato negativo il test deve essere ripetuto con metodica RT-PCR o con un secondo test antigenico rapido a distanza di 2-4 giorni. Un annuncio accolto con soddisfazione in Regione Veneto, dove in questi mesi si è sempre insistito sull’utilità e l’efficacia dei tamponi rapidi di ultima generazione.

Test rapidi Covid, Rigoli:« Il Veneto non si è mai fermato»

«Il Veneto non si è mai fermato ed ha sempre ritenuto fondamentale la sperimentazione di tutti i test. Abbiamo sempre ritenuto di dover percorrere tutte le vie ritenute possibili per arginare la pandemia; siamo stati la prima regione che ha affrontato il tema e l’utilizzo dei test antigenici di ultima generazione. Oggi la circolare del Ministero della Salute ci conferma che abbiamo preso la strada giusta». Così il dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle Microbiologie della Regione del Veneto, esprime soddisfazione per la notizia proveniente dal Ministero.

Nella circolare si fa riferimento ai test antigienici di ultima generazione, spiegando che «sembrano mostrare risultati sovrapponibili ai saggi di RT-PCR, specie se utilizzati entro la prima settimana di infezione, e sulla base dei dati al momento disponibili risultano essere una valida alternativa alla RT-PCR”.

«È un riconoscimento importante – prosegue Rigoli – perché sottolinea che i test diagnostici di terza generazione danno risultati assimilabili a quelli della biologia molecolare. Questo significa che si chiarisce l’impiego delle diverse tipologie di antigienici. L’efficacia dei test di generazione precedente è confermata e continuano ad essere di validità inalterata nelle operazioni d screening della popolazione. Ma si riconosce che quelli di ultima produzione, caratterizzati da tecnologia a fluorescenza, hanno una sensibilità di livello molto elevato che può ridurre il ricorso ai test molecolari nella ricerca di conferma in caso di positività»

«Penso sia un momento che conferma come in Veneto si sia affrontata la pandemia senza aspettare da altri risultati – conclude Rigoli -. Il documento, tenendo conto anche delle indicazioni pubblicate dall’Associazione Microbiologi Clinici Italiani, ha certificato una sperimentazione partita dalla nostra regione e che si è allargata ad al tri importanti centri sanitari d’Italia come il Niguarda di Milano o il Careggi di Firenze. Siamo solo a una tappa perché stiamo sperimentando nuovi metodi diagnostici ancor più sensibili e specifici, puntando a una qualità elevata anche a vantaggio di una riduzione dei tempi di attesa e dei costi».

 

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