La strana deroga della caccia Veneto: per sparare si può andare anche fuori dal Comune

«Sì, cacciare». Forse Lucio Battisti l’avrebbe messa in musica così. Ma quanto sta succedendo riguardo la caccia Veneto sta facendo storcere il naso a molti. Il fatto è questo: per cacciare ci si può liberamente muovere in Regione. Lo ha stabilito una deroga alle limitazioni dapprima sottoforma di circolare del dirigente regionale della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria, il 28 dicembre, quando l’Italia intera era in semi-lockdown.

Caccia Veneto, la deroga rinnovata

Adesso, con il Veneto in zona arancione, la deroga è stata rinnovata (già l’8 gennaio scorso). Una decisione che ha scatenato l’ira dell’opposizione in Regione. Ma evitando di farne una questione politica, non si può non notare come la deroga strida con quanto previsto per i “normali” cittadini. Le difficoltà e i limiti di spostamento ci sono per tutti, tranne che per ragioni di indispensabile necessità. Considerare la caccia Veneto una ragione del genere è oggettivamente difficilmente sostenibile.

Ci immaginiamo, ad esempio, cosa potrebbero dire bar e ristoranti, giusto per fare un esempio. Attività chiuse, anche per i residenti, che di recente hanno visto alcuni esercenti dare vita ad una protesta, con tanto di multe. Fra l’altro c’è chi fa notare che il freddo insistente di queste settimane sta già mettendo duramente alla prova la fauna regionale. E la pandemia, dal punto di vista sanitario, non è certo così in controllo. Ma tant’è: per la caccia Veneto la deroga c’è.

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Giacomo Porra

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