Bar, parte da Padova la «disobbedienza civile»: riapertura venerdì nonostante il divieto

Padova, almeno due bar reagiscono alle nuove limitazioni imposte dall’esecutivo e si oppongono al divieto di aprire i locali. Come spiega il Mattino di Padova del 13 gennaio, venerdì 15 gennaio Matteo Scantamburlo, titolare di “Green Street Club” in via Dante, che invita pubblicamente sulla sua pagina Facebook ad andare a mangiare da lui per «disobbedienza civile»; e Alessio Di Muro, milanese, socio del ristorante “Bacareto” in via San Pietro hanno annunciato di voler riaprire anche a costo di essere multati, chiedendo la prenotazione anticipata per poter garantire il rispetto delle norme anti Covid.

Protesta di bar e ristoranti, un problema nazionale

I due imprenditori, però, non sono soli: sono membri di un gruppo che si chiama “IoApro” e che si sta raccogliendo velocemente migliaia di adesioni sul social Telegram, dove baristi, ristoratori e pizzaioli discutono della possibilità di aprire in segno di protesta al nuovo Dpcm.

Cosa rischiano? Un bar o ristorante aperto in zona arancione rischia 400 euro di multa e 5 giorni di chiusura, che potrebbero facilmente diventare 30 o addirittura a trasformarsi in chiusura definitiva. Provvedimenti sanzionatori, però, sarebbero anche a carico dei clienti, che se colti all’interno di un locale publico in periodo di divieto verrebbero sanzionati anch’essi con 400 euro di multa.

 

L’esasperazione e la paura dei ristoratori

I ristoratori e i baristi non ci stanno, il delivery non basta a far quadrare i conti e i ristori in molti casi sono ritenuti insufficienti per garantire una corretta retribuzione di titolari e dipendenti.

Il continuo dilagare della pandemia, però, non ha permesso la ripartenza post natalizia auspicata a dicembre e adesso la paura di fallire e non riaprire mai più inizia a farsi sempre più forte per gran parte degli imprenditori del settore.

La protesta è quindi sintomo di paura e esasperazione. Punta probabilmente a far capire una volta di più alle istituzioni che serve  una soluzione al più presto: se il numero di contagi e morti continua a non diminuire, tener chiusi i locali diventa necessario, ma a condizione che i ristori risultino tempestivi e adeguati a garantire la sopravvivenza di un settore in ginocchio.

Foto credit: post Facebook Green Street Club

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