Troppi assembramenti, ipotesi zona rossa per tutta Italia a Natale e Capodanno

Pugno duro del governo, Natale e Capodanno in zona rossa. O, comunque, con pesanti divieti di movimento e ristoranti chiusi anche a pranzo. Il clamoroso dietrofront rispetto alle novità degli ultimi giorni dovrebbe portare nuove misure restrittive.

È cambiata quindi in pochi giorni la posizione delle autorità in merito alle libertà da concedere durante le festività, una posizione sicuramente influenzata sia dal lockdown duro imposto da Angela Merkel in Germania, sia dai numeri della pandemia, che scendono sì, ma a velocità troppo ridotta continuando a gravare sul sistema sanitario. Le immagini dello shopping natalizio di massa dell’ultimo week end sembrano aver lasciato il segno sul governo. Ora le misure dovrebbero farsi ulteriormente stringenti.

Natale e Capodanno in zona rossa: gli scenari

Le proposte sono state discusse con il governo nella serata di ieri 13 dicembre, nel corso di un vertice tra i capi-delegazione. Ne sono usciti fuori tre scenari, tutti durissimi, validi per otto giorni (dal 24 dicembre al primo gennaio) oppure nei dieci giorni festivi e prefestivi (24-27 dicembre, 31 dicembre- 3 gennaio, 5-6 gennaio), o infine dal 24 dicembre al 6 gennaio.

La prima opzione prevede l’istituzione di una zona arancione nazionale. Questo comporta l’estensione del divieto di uscita dal proprio comune e la chiusura totale di ristoranti e bar. Il secondo scenario istituisce negli stessi giorni una zona rossa per l’intero Paese. Significa serrare pure i negozi, vietando gli spostamenti non essenziali fuori dalla propria abitazione e lasciando però un margine di flessibilità per il giorno di Natale, in modo da garantire tra l’altro la partecipazione ai riti religiosi. Esiste anche una terza possibilità, più soft, studiata dai giallorossi: affiancare alla chiusura di bar e ristoranti un rafforzamento del coprifuoco per l’intero periodo di festa. Scatterebbe alle 18 o alle 20, servirebbe a bloccare cenoni, aperitivi e feste in abitazioni private.

La parola definitiva potrebbe arrivare oggi, dopo un summit aperto anche agli scienziati del Cts. I tre scenari, in ogni caso, potrebbero essere estesi anche al week end del 19-20 dicembre, considerato ad alto rischio per i movimenti programmati da milioni di italiani.

«Voglio essere chiaro – dice Roberto Speranza, nel corso del vertice notturno – noi non avremo un effetto epidemiologico delle vaccinazioni prima di tre mesi. Se non stringiamo adesso, rischiamo di trovarci in pieno inverno con una terza ondata e senza ancora lo scudo dei vaccini».

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